Esami
Nella maggior parte dei casi le alterazioni del fegato sono rilevate la prima volta con gli esami di laboratorio in assenza di sintomi. Tra gli esami di laboratorio alcuni indicano la presenza di infiammazione, quali aumento di GOT e GPT (enzimi di citonecrosi) e aumento di fosfatasi alcalina e gamma-GT (enzimi di colestasi); altri segnalano una riduzione della funzionalità epatica, quali la diminuzione dell'albumina, del colesterolo, delle colinesterasi e della capacità di coagulazione (in particolare riduzione delle piastrine e allungamento di Tempo di Protrombina o Tempo di Quick) e l'incremento della bilirubina (specie se diretta). I sintomi clinici, a seconda del tipo di patologia e dello stadio della malattia, possono essere ittero (pigmentazione gialla della cute e delle mucose dovuta all'aumento di bilirubina nel sangue), prurito (dovuto all'accumulo di sali biliari in circolo), edemi, cioè gonfiore del sottocute che si manifesta in genere alle caviglie (per la riduzione dell'albumina), difetti di coagulazione con facilità alla formazione di ematomi, ridotta o alterata metabolizzazione di alcune sostanze (come farmaci, ormoni o tossici), ginecomastia (aumento anche nell'uomo del volume della ghiandola mammaria), ascite (raccolta di liquido nell'addome dovuta alla riduzione di albumina e all'ipertensione portale), sanguinamento delle varici gastro-esofagee.
Un ruolo molto importante nella diagnosi delle patologie epatiche è svolto dalle indagini strumentali, prima fra tutte l'ecografia, che permette di rilevare alterazioni della struttura epatica anche nelle fasi iniziali, può evidenziare alterazioni delle vie biliari, della colecisti, e la presenza di ascite. L'esame ecografico, inoltre, è fondamentale per monitorare nel tempo l'evoluzione di queste patologie, in quanto è un esame poco costoso e facilmente ripetibile, senza disagi per il paziente. Il controllo ecografico periodico (in genere semestrale) permette di evidenziare lesioni focali tumorali negli stadi ancora precoci, permettendo l'impostazione di un iter diagnostico e terapeutico più mirato e più efficace. L'ecografia semestrale è pertanto raccomandata in tutti i pazienti con cirrosi, possbilmente integrata almeno ogni uno o due anni dallo studio eco Doppler dei vasi del fegato. Nelle fasi ancora di epatite cronica (prima dello sviluppo della cirrosi), il controllo ecografico può effettuarsi più di rado, cioé ogni uno o due anni (ma ogni sei mesi se si parla di epatite B).