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Home » Per il Cittadino » Reparti e servizi » Malattie infiammatorie croniche intestinali - Gionchetti SSD » Le MICI

Malattia di Crohn

Unità operativa Malattie infiammatorie croniche intestinali - Gionchetti SSD

Il nome "esotico" deriva dal chirurgo che per primo la descrisse, negli anni '30. La malattia stavolta può colpire in tutto l'intestino, sia il tenue (il cosiddetto piccolo intestino) che il colon. La metà dei pazienti ha l'infiammazione che si estende all'ultimo tratto del tenue e parte o tutto il colon; un altro 30% dei casi presenta la malattia confinata al tenue e un ulteriore 20% la manifesta solo nel colon. Esiste poi una piccola percentuale di malati in cui si possono evidenziare lesioni infiammatorie lungo tutto il tubo digerente, anche oltre tenue e colon. le lesioni, tipicamente, sono "segmentarie": il termine tecnico indicache le zone di volta in volta interessate dalla malattia sono pezzetti più o meno estesi di intestino e non zone continue, come invece accade nel caso della colite ulcerosa. Nel pezzetto malato si trovano infiammazione, gonfiore e ulcerazioni (ovvero ferite) che interessano tutto lo spessore della parete dell'intestino: per questo si possono creare ascessi, stenosi (occlusioni dovute al gonfiore del tratto infiammato) e fistole ("aperture" anomale della parete intestinale che mettono in comunicazione l'intestino con l'esterno, nel caso delle fistole anali, o con altri distretti nel caso delle fistole entero-enteriche, entero-vaginali, entero-vescicali). Tutte condizioni che, purtroppo, devono essere risolte spesso con manovre chirurgiche, a cui è stato calcolato si debba sottoporre il 60% dei malati entro 9 mesi dall'esordio del Crohn.
Anche la MC predilige i giovani: in media, infatti, l'età di insorgenza è intorno ai 30 anni anche se naturalme te vi sonoc asi diagnosticati nell'infanzia o dopo i 60 anni. Purtroppo, pur essendo meno diffusa della colite ulcerosa, la malattia di Crohn appare in continuo aumento nei Paesi industrializzati: in Italia ogni anno si registrano 5-6 nuovi casi ogni centomila abitanti, mentre Nord Europa, Australia e Stati Uniti se la passano ancora peggio. Da segnalare una lieve predilizione della malattia per il sesso femminile, che è colpito con una frequenza maggiore rispetto agli uomini.
Le cause sono ancora sconosciute: è probabile che accanto a una "debolezza" dell'intestino a carattere genetico si possa soverapporre un ruolo degli alimenti e dei prodotti di degrado alimentare, ma anche di fattori psicologici. Inoltre sono finiti sotto accusa, negli anni, molti microrganismi ritenuti responsabili della comparsa della malattia (la cosiddetta ipotesi infettiva), ma ad oggi le prove non sono certe; allo stesso modo, sembra che possano essere in qualche modo coinvolte alterazioni della risposta immunitaria; è invece sicuro che il fumo favorisce la comparsa del Crohn, aumentandone da 2 a 5 volte il rischio. Infine, anche in questo caso esiste una predisposizione familiare, maggiore che nella CU; il 15-20% dei malati ha un parente stretto affetto dalla malattia. Che, come la colite ulcerosa, non è in alcun modo contagiosa.

I sintomi

Come si riconosce la malattia di crohn? Questi i sintomi più frequenti:

  • Dolore addominale (soprattutto in corrispondenza dell'ombelico o nella parte destra dell'addome)
  • Diarrea con presenza o assenza  di sangue nelle feci
  • Febbricola
  • Calo di peso e astenia
  • Sanguinamento rettale e muco, se è interessato il colon
  • lesioni perianali, dolori alle articolazioni, lesioni cutanee, orali e/o oculari
  • Nei bambini si può presentare ritardo nella crescita

Il tipo di sintomi, oltre che la loro gravità, dipende dalla localizzazione, dall'estensione e dall'aggressività della malattia di Crohn. Nel 20% dei casi l'esordio è acuto, ovvero con sintomi forti e inequivocabili, mentre nella maggioranza dei pazienti gli indizi sono più sfuggenti e i sintomi blandi e poco specifici (anche se, va detto, indagando a ritroso si possono ricostruire piccoli segnali premonitori di qualcosa che non va anche nei malati che hanno un esordio prorompente della malattia). La tendenza, purtroppo, è a "riaccendersi": il 90% dei pazienti torna ad avere una crisi entro 5 anni dal primo episodio. Anche in questo caso la gravità della malttia è variabile: più della metà dei pazienti convive con una patologia di lieve o moderata intensità, mentre il 20-30% dei casi deve fare i conti con problemi più gravi.


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