Malattia Renale Cronica

Cos'è 

La malattia renale cronica è una condizione caratterizzata da una graduale perdita della funzionalità dei reni e quindi della capacità dell’organismo di depurare il sangue dai prodotti di scarto del metabolismo cellulare. Tale declino avviene in genere nel corso di mesi o anni e può causare, nelle sue fasi più avanzate, un accumulo pericoloso nell’organismo dei fluidi, elettroliti e sostanze tossiche.

Si tratta di una patologia cronica che spesso non è reversibile: le terapie si possono comunque concentrare sul rallentamento della sua progressione e sul miglioramento della qualità di vita del paziente

Come si manifesta 

Nonostante la lenta evoluzione, la malattia renale cronica rappresenta una grave condizione medica, dagli esiti spesso irreversibili. La progressiva compromissione della funzione renale comporta infatti un aumento delle scorie metaboliche nel sangue e l’accumulo anomalo di fluidi in varie parti del corpo. Anche i sintomi si manifestano e si aggravano gradualmente con il peggiorare della malattia.

I soggetti affetti da insufficienza renale da lieve a moderata potrebbero mostrare solo sintomi lievi, come la necessità di urinare molte volte durante la notte (nicturia). La nicturia si verifica perché i reni non riescono ad assorbire l’acqua proveniente dalle urine per ridurne il volume e concentrarla, come avviene normalmente durante la notte.

Con il progressivo peggioramento della funzionalità renale e l’accumulo di una maggiore quantità di scorie metaboliche nel sangue, il soggetto può sentirsi affaticato e in genere debole e può diventare meno vigile mentalmente. Può derivarne un respiro affannoso e anche l’anemia contribuisce ad alimentare la sensazione di affaticamento e debolezza generalizzata. L’accumulo di scorie metaboliche può causare inappetenza, nausea, vomito e un sapore sgradevole in bocca, che possono portare a denutrizione e a perdita di peso. I soggetti con malattia renale cronica tendono a sviluppare facilmente ecchimosi (lividi superficiali) o a sanguinare per un tempo insolitamente lungo dopo tagli o altre lesioni. Inoltre, l’accumulo di acido urico nel sangue, frequente nei soggetti con malattia renale cronica, può causare gotta, una forma di artrite che si manifesta con dolore e gonfiore alle articolazioni. La malattia renale cronica riduce anche la capacità dell’organismo di combattere le infezioni.

Origine 

La malattia renale cronica può essere causata da più fattori, e in genere dipende dal decorso di una patologia che colpisce direttamente il rene oppure da malattie che interessano altri organi e/o l’intero organismo e che secondariamente interferiscono con la funzione renale.

Nella maggior parte dei casi la sindrome è legata all’ipertensione o al diabete, che sono responsabili rispettivamente di nefropatia ipertensiva e nefropatia diabetica, e che con un maccanismo comune danneggiano il sistema di vasi sanguigni del rene (danno vascolare).

Nel lungo elenco delle possibili origini troviamo anche le malattie sistemiche, patologie a causa autoimmune e/o infiammatoria che colpiscono più organi e tessuti come ad esempio il lupus eritematoso e le vasculiti, le infezioni renali, il rene policistico, il reflusso vescico-uretrale e l’ostruzione prolungata delle vie urinarie.

Come si accerta 

Oltre ad accertare il progressivo declino della funzionalità renale e verificare a quale stadio la malattia è progredita, la diagnosi mira ad identificare l’origine della malattia renale cronica.

L’iter prevede, oltre all’esame obiettivo e all’analisi dei sintomi del paziente, anche analisi del sangue e delle urine. L’esame del sangue permette di valutare un parametro chiamato tasso di filtrazione glomerulare (eGFR) che stima la funzione renale includendo diversi parametri come sesso, età e concentrazione di creatinina nel sangue (creatininemia). La creatinina è una sostanza prodotta dai muscoli, rilasciata nel sangue ed eliminata dai reni ed i suoi valori nel sangue tendono a salire quando la funzione renale di pulizia e filtrazione del sangue viene persa.

L'esame delle urine può rivelare diverse anomalie, tra cui la presenza di proteine e di cellule anomale.

In alcuni casi può essere prescritto un esame di imaging come l’ecografia al fine di valutare dimensioni e struttura dei reni e l’eventuale presenza di ostruzioni, o anche una biopsia renale che consiste nella rimozione di una piccola porzione di tessuto dell’organo e ad analizzarla al fine di determinare le cause sottostanti la patologia.

Trattamenti 

L’approccio terapeutico ha l’obbiettivo di rallentare la perdita di funzionalità renale e varia in base alla causa dell’insufficienza renale e alla gravità della condizione. In linea generale, si devono quindi distinguere i trattamenti tesi a curare l’origine del problema da quelli finalizzati ad alleviare i sintomi e le complicazioni indotte dalla malattia. Devono inoltre essere adottate accortezze in merito all’alimentazione ed evitare o ridurre l’impiego di farmaci ad escrezione renale che possono aggravare il lavoro a carica dell’organo già compromesso.

Nei casi più gravi, ossia quando la funzionalità renale è ormai compromessa, il paziente può essere sottoposto ad uno dei seguenti trattamenti sostitutivi: emodialisi o dialisi peritoneale, trattamenti che consistono nella depurazione artificiale del sangue, o trapianto di rene in caso di soggetti idonei.