Captazione tiroidea

In cosa consiste 

La captazione tiroidea è un esame che si propone di misurare la percentuale di iodio concentrata nel tempo dalla tiroide. L’indagine viene svolta in due giornate consecutive e consiste nella somministrazione per bocca (bicchiere con liquido) di una dose traccia di radioiodio e, a distanza di 24 ore, nell’esecuzione di una scintigrafia centrata sulla tiroide mediante gamma camera.

L’esame di captazione tiroidea non è doloroso né pericoloso: la quantità di radioattività somministrata è molto piccola ed è minore a quella dei più comuni esami radiologici (come ad esempio la radiografia). Le sostanze utilizzate non sono tossiche e non provocano generalmente effetti secondari. Le manifestazioni allergiche sono del tutto eccezionali.

A cosa serve 

Insieme ad altri approfondimenti diagnostici, l’esame di captazione tiroidea consente mediante opportuni calcoli di stabilire la quantità personalizzata ed ottimale di radioiodio da somministrare a scopo terapeutico nei pazienti affetti da ipertiroidismo.

Come prepararsi 

È necessario il digiuno sia in prima che in seconda giornata in quanto il test di captazione è preliminare alla somministrazione terapeutica di radioiodio.

Le donne in età fertile che si sottopongono a tale procedura devono, nel loro interesse e in quello del nascituro, avvertire tempestivamente (prima dell’esecuzione della procedura) in caso di eventuale, sicuro o dubbio, stato di gravidanza. Se lo stato di gravidanza è certo, la procedura si potrà eseguire solo in caso di stato di necessità. Se lo stato di gravidanza è presunto, si consiglia l’esecuzione del test di gravidanza prima dell’effettuazione del trattamento.

Dopo l'esame 

Al termine dell’esame il paziente può lasciare il Servizio solo se preventivamente autorizzato dal personale sanitario, riprendendo le normali attività della vita quotidiana salvo diversa prescrizione. È tuttavia necessario sospendere l’allattamento per un periodo di almeno tre settimane dopo la somministrazione del radiofarmaco.