Esami del sangue: prelievi semplici e test funzionali diagnostici

In cosa consiste 

Si tratta di uno degli esami più comuni di tutta la medicina diagnostica dal momento che consente, grazie ad un semplice e veloce prelievo per via endovenosa, di raccogliere informazioni di vitale importanza per la salute dell’organismo.
Anche se le analisi del sangue possono valutare decine e decine di valori diversi, la procedura è standard. Il prelievo viene eseguito su una vena dell’avambraccio (più raramente su un capillare del polpastrello) nelle prime ore del mattino. L’infermiera fa accomodare il paziente su una poltrona o su un lettino e lega un laccio emostatico intorno al braccio del paziente, in modo da semplificare la localizzazione delle vene (in alcuni casi il laccio non viene usato per non alterare l’esito dell’esame). Una volta inserito l’ago, il laccio viene allentato e il sangue inizia ad essere prelevato e raccolto in alcune provette, che verranno poi analizzate in laboratorio.
I risultati in genere sono disponibili nell’arco di qualche giorno, e devono essere valutati da un medico in relazione al quadro clinico del paziente. Il solo confronto con i valori di riferimento può infatti risultare fuorviante.

A cosa serve 

Attraverso gli esami del sangue è possibile determinare quali sostanze sono in circolo nell’organismo e in quali concentrazioni. Di conseguenza questo test risulta di fondamentale importanza nella diagnosi di un ampio numero di malattie e nella valutazione delle condizioni degli organi. A seconda del tipo di analisi che viene eseguita in laboratorio, questi esami possono pertanto dare risposta ad un gran numero di quesiti medici e determinare i livelli ematici per decine e decine di sostanze.

Come prepararsi 

La maggior parte degli esami del sangue prevedono un periodo di digiuno, compreso tra le 8 e le 14 ore precedenti all’esame. Il paziente, in questi casi, deve limitarsi a bere modiche quantità d’acqua. È inoltre consigliabile evitare sforzi fisici intensi il giorno prima dell’esame e consultarsi con un medico per la sospensione delle terapie farmacologiche in corso. Infine, è bene sapere che gli stati di stress piscofisico possono alterare i risultati: di conseguenza il paziente deve riferire agli infermieri eventuali episodi di febbre, attacchi d’ansia, traumi o disturbi intestinali verificatesi nelle ore precedenti al prelievo.

Dopo l'esame 

Una volta terminato l’esame, le infermiere appoggiano sul foro di entrata dell’ago un batuffolo di cotone e lo fissano con un cerotto. Il paziente deve evitare movimenti bruschi o grattare sulla ferita, ed è consigliabile non guidare per almeno un quarto d’ora.