Degenze completamente rinnovate al Padiglione 5: inaugurati questa mattina i posti letto previsti nel progetto di riqualificazione delle ali A e B.
Investiti complessivamente 16,3 milioni di euro. L’intervento previsto nel Piano Direttore annunciato nel 2021 che sta trasformando l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola con 280 milioni di investimenti complessivi
Prende forma il nuovo Polo chirurgico, delle malattie digestive, trapianti e emergenze dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola con 150 posti letto, completamente rifunzionalizzati e di nuovo a disposizione dopo 3 anni. Si completa la riqualificazione delle ali A e B del padiglione 5 per un investimento complessivo di 16,3 milioni di euro, con risorse finanziate dalla Regione Emilia-Romagna (15,5 milioni) e dall’azienda stessa. L’intervento coinvolge un’area di 5.500 m2 e riguarda tutte Unità Operative a direzione universitaria.
I volumi di attività relativi al Polo riguardano, ogni anno, 14.500 pazienti, 7.560 interventi chirurgici, 80.500 accessi in Pronto Soccorso, 53.000 indagini radiologiche, 102.000 prestazioni ambulatoriali, 22.000 prestazioni endoscopiche. Dotato di 389 posti letto di cui 28 di terapia intensiva.
I nuovi settori di degenza e attività del padiglione 5 sono stati concepiti per dare gambe alle progettualità legate all’alta complessità, tra queste anche quelle riferite ai trapianti, uno dei due ambiti per il quale il Sant’Orsola è diventato Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico.
I lavori del Padiglione 5 erano iniziati a settembre 2021, in piena emergenza Covid, e all’inizio dello scorso anno erano stati consegnati i primi posti letto. Grazie a un grande lavoro di programmazione, pianificazione e gestione operativa da parte dell’Ufficio Tecnico i lavori non sono mai stati interrotti, nonostante la pandemia, la crisi dell’approvvigionamento delle materie prime o l’inflazione che ha fatto lievitare i costi dei materiali in maniera importante. Le attività sanitarie delle unità operative coinvolte sono proseguite senza interruzione. Da un punto di vista strutturale e della sicurezza, l’intervento ha consentito un miglioramento sismico e garantisce una maggiore efficienza energetica, grazie all’utilizzo di materiali di ultima generazione, soluzioni impiantistiche all’avanguardia e infissi ad elevate prestazioni.
“Restituiamo ai lavoratori e ai cittadini, in soli tre anni, uno dei complessi edilizi più articolati del nostro ospedale. Gli operatori trovano un ambiente di lavoro migliore e più sicuro, i pazienti e i loro cari un luogo di cura più confortevole. – commenta il Direttore Generale Chiara Gibertoni - Avviare questi lavori è stata una scelta difficile in un momento complesso, quello della pandemia. Ma l’obiettivo, perfettamente raggiunto, era quello di accelerare in questo ammodernamento, avvicinando alcuni percorsi strategici e ospitarli insieme ad altre funzioni specialistiche e all’emergenza. La rivoluzione del Sant’Orsola si caratterizza per un vero e proprio effetto domino: con questa inaugurazione liberiamo spazi al padiglione 2, che ospiterà presto l’attività chirurgica di bassa e media complessità ma soprattutto raggrupperà le funzioni dedicate al paziente fragile e cronico, per rafforzare la continuità della relazione dell’assistenza dal ricovero al domicilio: una prospettiva centrale per questo ospedale.
I dettagli dei nuovi spazi
Alla luce delle competenze e dell’esperienza sviluppate durante le fasi più acute della pandemia, per ogni blocco di degenza è prevista una camera con filtro di ingresso con due isolamenti oltre al ricambio dell’aria con pressioni differenziate che possono essere regolate all’occorrenza. I nuovi spazi sono pensati con soluzioni distributive e impiantistiche all’avanguardia. Le camere da uno o due posti letto con servi igienici dedicati e letti elettrificati con arredi funzionali integrati. A tutela anche della salute degli operatori sarà possibile movimentare i pazienti con più facilità grazie moderni sistemi di movimentazione e sollevamento integrati nelle stanze.
“Interventi come quello che presentiamo oggi, sono possibili grazie a investimenti importanti ai quali il PNRR ha certamente dato maggiore impulso. – conclude Gibertoni - Ma il paradosso potrebbe essere avere spazi moderni e opportunità tecnologiche e allo stesso tempo una seria difficoltà sul fronte della gestione delle spese correnti: in particolare il finanziamento per il personale, beni di consumo e farmaci. Bisogna continuare a richiamare la necessità di rafforzare strutturalmente il cuore del sistema sanitario nazionale: le persone. Il rischio è avere edifici nuovi e belli, ma vuoti”.
Il futuro del Policlinico di Sant’Orsola
La riqualificazione delle ali A e B del Policlinico di Sant’Orsola fa parte del progetto di ammodernamento annunciato alla fine del 2021 per cui sono stati stanziati oltre 280 milioni di investimenti complessivi comprese attrezzature. La premessa era chiara e la strada intrapresa è coerente con questo obiettivo: uscire dalla pandemia immaginando spazi migliori per pazienti e operatori.
Guidano il progetto alcuni valori chiave: garantire sempre di più cure e terapie all’avanguardia, mettere al centro la sostenibilità e puntare sull’innovazione. Questo si declina concretamente nella realizzazione di sei padiglioni completamente nuovi, la riqualificazione di otto padiglioni esistenti, un piano per la viabilità sotterranea delle merci e il ripensamento del polo nel suo complesso come “ospedale nel parco” all’interno della città di Bologna. Questo progetto comprende anche la riqualificazione del Padiglione 2 e la destinazione degli spazi all’area oncologica (sempre ambito IRCCS) e del paziente anziano e fragile ora possibili grazie ai nuovi spazi rifunzionalizzati al padiglione 5.