Chirurgia della valvola mitralica

Unità operativa Cardiochirurgia

INSUFFICIENZA VALVOLARE MITRALICA

Cosa è? 

La valvola mitrale è una valvola atrioventricolare che mette in comunicazione l’atrio sinistro con il ventricolo sinistro. Dall’atrio sinistro il sangue ossigenato dai polmoni passa nel ventricolo sinistro attraverso la valvola mitrale. Quando il ventricolo è pieno, avviene la contrazione ventricolare (sistole ventricolare), e il sangue viene spinto verso l’alto chiudendo la valvola mitrale e aprendo la valvola aortica per passare nel circolo sistemico.

Se la valvola mitrale non è continente parte del sangue che viene pompato dal ventricolo sinistro verso la valvola aortica viene rigurgitato in atrio sinistro. Tale rigurgito può essere di entità più o meno importante e rappresenta il grado di insufficienza mitralica. La portata cardiaca si riduce ed aumenta a ritroso la pressione nel circolo polmonare. Il maggior lavoro cardiaco sovraccarica il cuore che pian piano perde di forza e si dilata. Il paziente incomincia a far fatica a respirare per sforzi sempre più lievi (dispnea o “fame d’aria”) fino ad arrivare a quadri molto gravi come lo scompenso cardiaco con edema polmonare. Un altro segno molto frequente è la comparsa della fibrillazione atriale che, con il passare del tempo, da saltuaria (cosiddetta “parossistica”) può diventare permanente.

 

Come e perché si presenta l’insufficienza della valvola mitrale? 

L’insufficienza della valvola mitrale può essere classificata in:

  1. Insufficienza mitralica congenita: dalla nascita, solitamente accompagna altre patologie strutturali/funzionali congenite.
  2. Insufficienza mitralica acquisita (la più frequente):
    • Insufficienza mitralica organica: dovuta ad alterazioni strutturali dei lembi valvolari mitralici ed eventualmente dell’apparato sotto-valvolare. Tra le cause più frequenti: la malattia degenerativa (prolasso), infettiva (endocardite), reumatica, l’allungamento e/o rottura di corde tendinee, la calcificazione dell’anello mitralico, la rottura traumatica di un muscolo papillare.
    • Insufficienza mitralica funzionale: quando il malfunzionamento della valvola mitrale è dovuto alla grave compromissione della funzione contrattile del ventricolo sinistro, dilatato, spesso a causa di una cardiopatia ischemica o dilatativa.

A seconda del tempo di esordio, l’insufficienza mitralica si può definire ACUTA o CRONICA

Come si cura?

L’insufficienza mitralica si corregge chirurgicamente. 

Quando possibile il chirurgo cerca di riparare la valvola con delle tecniche chirurgiche volte a ristabilire la continenza dei lembi valvolari. Nel caso in cui la riparazione non sia possibile, l’intervento consiste nella sostituzione della valvola mitrale mediante l’utilizzo di una protesi valvolare (meccanica o biologica). 
L’intervento può essere eseguito sia con approccio sternotomico tradizionale sia con approccio mininvasivo, con un piccolo taglio a livello del torace (mini-toracotomia destra) e l’utilizzo di una tecnica video-assistita con ottica ad alta risoluzione.

Presso il nostro centro abbiamo una grande esperienza nella chirurgia riparativa della valvola mitrale: circa il 97% dei casi di insufficienza valvolare mitralica degenerativa vanno incontro ad intervento di riparazione valvolare. Inoltre circa il 90% degli interventi chirurgici mitralici viene effettuato con tecnica mininvasiva.

LA STENOSI VALVOLARE MITRALICA 

Cosa è? 

La stenosi valvolare mitralica è sinonimo di restringimento della valvola mitrale: il sangue passa a fatica dall’atrio sinistro al ventricolo sinistro. 

Come e perché si presenta la stenosi valvola mitralica? 

La Stenosi valvolare mitralica si sviluppa solitamente in maniera lenta e progressiva e la causa principale, seppur fortemente in declino nei paesi industrializzati, è la Febbre Reumatica. In questo caso la stenosi mitralica è dovuta in genere ad una lenta e progressiva malattia dei lembi valvolari che diventano solitamente rigidi e fibrotici. La stenosi mitralica causa un iniziale aumento della pressione nell’atrio sinistro come meccanismo di compenso. Tuttavia anche la pressione venosa e capillare polmonare aumentano a ritroso con formazione di ipertensione polmonare secondaria, affaticamento del ventricolo destro e insufficienza della valvola tricuspide (la valvola atrioventricolare che mette in comunicazione l’atrio destro con il ventricolo destro). La dilatazione dell’atrio sinistro porta all’insorgenza di fibrillazione atriale che, solitamente, fa peggiorare la sintomatologia. La dispnea è il sintomo più comune d’esordio assieme alle palpitazioni dovute all’aumento della frequenza cardiaca in corso di fibrillazione atriale. In casi più gravi il paziente può andare incontro a scompenso cardiaco con edema polmonare acuto.

Come si cura? 

Siccome si tratta di una patologia caratterizzata da una degenerazione fibrocalcifica dei lembi valvolari, difficilmente è possibile eseguire una riparazione valvolare. Nella maggior parte dei casi quindi è necessario sostituire la valvola con una protesi meccanica o biologica a seconda delle caratteristiche e condizioni del paziente.
E’ doveroso però segnalare che, in molti casi, prima di ricorrere alla chirurgia può e deve essere presa in considerazione la valvuloplastica percutanea: si tratta di un trattamento endovascolare che consiste nell’allargamento dell'orifizio valvolare mitralico con un pallone gonfiato a pressione.