Limitare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza utilizzando gli strumenti messi a disposizione dalla medicina di precisione.
È lo scopo del progetto di ricerca che vede coinvolto il Policlinico di Sant’Orsola insieme ad altri cinque partner europei. Lo studio, coordinato dall’Inserm-University of Poitiers e finanziato nell’ambito del bando “Joint Programming Initiative on AntiMicrobial Resistance”, punta infatti ad implementare un regime farmacologico contro i ceppi di enterobatteri altamente resistenti. L’obiettivo finale consiste nel definire non solo le combinazioni di antibiotici più efficaci per ogni singolo paziente, ma anche il dosaggio e le modalità di somministrazioni ottimali.
L’antibiotico-resistenza rappresenta un problema crescente, a tal punto che il tasso di fallimento delle terapie farmacologiche disponibili oscilla tra il 10 e il 30%. Con il passare del tempo, infatti, i batteri multidrug resistant (MDR) sono diventati sempre più resistenti ai farmaci, inclusi quelli di più recente introduzione, determinando un aumento delle recidive da ceppi a ridotta sensibilità. Per preservare l’attività dei nuovi antibiotici vari gruppi di ricerca stanno studiando quale sia la strategia migliore (es. combinazione di più molecole, ottimizzazione dei dosaggi ecc)
Il progetto di ricerca mira dunque ad ottimizzare l’efficacia dei nuovi antibiotici. «Con l’aiuto di un modello di intelligenza artificiale e di sequenziamento genetico sviluppato dalla School of Public Health di Tel Aviv – spiega la professoressa Maddalena Giannella dell’Unità Operativa di Malattie Infettive, alla guida del team che segue la ricerca per conto del Sant’Orsola - si definirà la correlazione tra le caratteristiche genetiche dei singoli ceppi batterici, la suscettibilità fenotipica e gli eventuali effetti sinergici dei nuovi farmaci. Questo permetterà lo sviluppo di uno strumento in grado di indirizzare precocemente il clinico su quale sia il regime e la posologia più adatta per il singolo paziente». Il progetto si articola in test genotipici sui ceppi in studio e relativa interpretazione con modelli di intelligenza artificiale, sperimentazioni in vitro sull’attività dei nuovi farmaci e modelli animali. I risultati ottenuti dalla ricerca clinica coordinata dal Sant’Orsola andranno a informare le sperimentazioni pre-cliniche per arrivare alla creazione dello strumento clinico di medicina di precisione.
«A Bologna c’è una forte tradizione di farmacologia clinica – prosegue Giannella – qui in particolare integreremo la scelta delle molecole alla modalità di somministrazione più idonea, in modo da raccogliere i dati clinici necessari ad affinare il modello».