“Grazie all’esperienza accumulata ora siamo in grado di raggiungere il risultato anche in situazioni che fino a qualche anno fa erano considerate infattibili”. Gaetano La Manna, direttore dell’Unità Operativa di Nefrologia, dialisi e trapianto dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, si riferisce alle condizioni che complicano i trapianti di reni
“Ad esempio, i casi in cui vengono trapiantati più organi contemporaneamente (rene e fegato o rene e cuore), trapianti con donatori deceduti per morte cardiaca o trapianti con gruppi sanguigni diversi. Sono tutti percorsi che implicano una complessità maggiore rispetto alla procedura standard e che quindi non sono fattibili ovunque”.
È il caso, ad esempio, di Miroslava, la 15enne giunta a Bologna dall’Ucraina dopo un lungo viaggio. “La ragazza è arrivata da noi con un danno renale severo e manifestando alterazioni alle paratiroidi, che dovranno quindi essere tolte dall’equipe del professor Livio Presutti. Poi Miroslava, che ha già affrontato due operazioni, avrà necessariamente bisogno di un terzo trapianto”. E, come raccontato pochi giorni fa dal Resto del Carlino di Bologna, la madre Inna spera di poter essere la donatrice.
Presto il nome di Miroslava potrebbe quindi aggiungersi al lungo elenco di pazienti operati al Policlinico. Soltanto negli ultimi tre anni e nonostante il rallentamento dovuto al primo anno di pandemia, infatti, al Sant’Orsola sono stati eseguiti 360 trapianti renali, in oltre la metà dei casi su pazienti provenienti da fuori regione. Numeri che fanno dell’IRCCS il secondo centro in Italia per numero di trapianti effettuati.