"A bassa voce"

07 Febbraio 2025

In occasione della tredicesima edizione di Art City Bologna, l’atrio della nuova ala del Padiglione 4 e il Reparto di Ostetricia e Medicina dell'Età Prenatale ospitano l’installazione sonora “A bassa voce. (cu)ra, (ci)rcolarità, (na)scita, (re)lazione” dell’artista Riccardo Michelini. 

Realizzata nell’ambito della mostra collettiva “Corneraholic 5”, l’opera riflette sul tema della nascita e sulle relazioni che si instaurano tra una neomamma e il neonato, e tra una neomamma, il medico e il professionista sanitario all’interno di un reparto di degenza ostetrica, nel quale hanno inizio fasi delicate post parto come il puerperio. 

Il tema della nascita, nelle sue articolazioni tra la componente emotiva e soggettiva e quella medica e clinica, ha suggerito una riflessione su quattro sottotemi e parole: cura, circolarità, nascita, relazione, attorno alle quali ruota il lavoro. 

L’opera è costituita da due parti: un’installazione sonora in legno e una serie di didascalie cartacee.

L’installazione è a forma di parallelepipedo a base quadrata, sulla cui superficie alcuni gusci d’uovo coperti da un lembo di tela di garza sono adagiati su una serie di fori. Quattro assi in legno ad angolo retto (residui di un telaio) si agganciano alla superficie mentre alla base di uno dei lati una fessura accoglie un tessuto sanitario e un lenzuolo ripiegati su sé stessi, i medesimi utilizzati quotidianamente all’interno del reparto. 
Il suono è composto da registrazioni raccolte durante tre giornate di “field recording” all’interno del Reparto di Ostetricia e Medicina dell’Età Prenatale dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola di Bologna. Si compone di suoni di sottofondo e interviste a pazienti e personale medico sanitario, ed è riprodotto dall’interno dell’opera tramite uno speaker collegato a un sensore di movimento, che attiva l’impianto e la traccia audio della durata di dieci minuti.

Le Didascalie sono installate a pavimento lungo il corridoio del Reparto di Ostetricia e Medicina dell’Età Prenatale e sono adagiate in culle di legno e tela dipinte di vernice fosforescente, in modo da scandire una traccia luminosa lungo il corridoio del reparto quando cala l’intensità delle luci nelle ore notturne. Il fronte delle didascalie presenta delle citazioni tratte da alcuni testi di Eugenio Borgna, mentre il retro contiene la scheda tecnica dell’opera complessiva, una breve sinossi, e un invito a poter modificare la didascalia indistintamente in tutte le sue parti. Chiunque potrà raccogliere e portarsi a casa una Didascalia. 

L’opera vorrebbe evocare uno spazio-vita: nel tentativo di restituire l’autenticità di un luogo e delle persone che lo abitano, in cui emozioni forti ed emozioni deboli, virtù forti e virtù deboli coesistono su un piano orizzontale in un rapporto di interdipendenza.

Riccardo Michelini è un artista visivo nato a Modena nel 2001. Vive e lavora tra Modena e Bologna. Nel 2023 ha conseguito un Diploma Accademico di Primo Livello in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino. Attualmente sta concludendo gli studi accademici con il Biennio Specialistico in Pittura Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna.

“La mia ricerca artistica si articola attraverso medium come la pittura installativa e il video – dichiara Michelini - Durante il processo creativo, considero forma e contenuto elementi concomitanti. Dal punto di vista formale la mia ricerca si fonda sull’interesse verso la materia, che varia tra materia pittorica (il colore ad olio e il pigmento), elementi ausiliari alla pittura (la tela, il telaio, la cornice, supporti di sostegno, rotoli di cartone), materia culinaria (come il riso) e materia residuale di un processo (come la cenere). A livello contenutistico, l’interesse attuale è riflettere sul concetto di abitare un luogo, che, a seconda della sua tipologia (domestico, lavorativo, spazio espositivo), si offre come contenitore eterogeneo di concetti e azioni: cucinare, lavarsi, dormire; sessualità, meraviglia, depressione; rigore, equilibrio, ritmo visivo; architetture reali e architetture mentali, cura e relazione verso l’altro. 
La metodologia lavorativa è un’elaborazione continua di immagini, che vengono costruite e de costruite attraverso un processo pressoché mentale, che si alterna a sperimentazioni in studio e azioni del quotidiano (come la preparazione di un piatto culinario o riassettare un letto). Il medesimo processo di costruzione e de-costruzione articola anche lo sviluppo oggettuale del lavoro, che ricerca una coesistenza di violento e poetico; pausa e saturazione visiva”