Flebografia

In cosa consiste 

Il termine flebografia indica lo studio delle vene mediante l’iniezione di un mezzo di contrasto iodato in una vena periferica. Nella maggior parte dei casi quest’esame viene prescritto per valutare le condizioni del sistema vascolare degli arti inferiori e della vena cava inferiore.

Di fatto la flebografia consiste in un particolare tipo di radiografia. L’acquisizione di un “filmato a raggi X durante l’iniezione del mezzo di contrasto all’interno delle vene consente di opacizzare e perciò meglio studiare dinamicamente i distretti vascolari, permettendo di distinguere con maggiore chiarezza le strutture anatomiche normali da quelle malate.

Al termine dello studio viene rimosso il tubicino utilizzato per iniettare il mezzo di contrasto e sul punto d’accesso viene posizionato un piccolo tampone fissato con una garza, come avviene normalmente dopo un prelievo di sangue.

A cosa serve 

La somministrazione del mezzo di contrasto aiuta a distinguere meglio gli organi e i vasi sanguigni sani da quelli malati. La sostanza iniettata agisce infatti da marcatore, e consente di rendere meglio identificabili tali strutture anatomiche ai raggi X.

La flebografia è indicata soprattutto per la diagnosi di eventuali trombi venosi profondi e per la valutazione di stenosi venose, ipertensione venosa, malformazioni e insufficienze valvolari. Viene inoltre impiegata per indagini di approfondimento e controllo prima e dopo alcune operazioni chirurgiche.

Come prepararsi 

Il paziente deve presentarsi all’appuntamento a digiuno dalla mezzanotte della sera precedente. È inoltre necessario comunicare anticipatamente l’eventuale assunzione di una terapia anticoagulante o antiaggregante.

La sospensione o modifica di tale terapia deve essere concordata con il medico curante o il reparto con almeno una settimana d’anticipo rispetto all’esame.

Dopo l'esame 

Una volta terminato l’esame il paziente può riprendere le normali attività della vita quotidiana.