Il Policlinico di Sant’Orsola si conferma capofila nell’utilizzo delle CAR-T

13 Maggio 2025

Oltre 240 i pazienti con linfomi, mielomi o leucemie acute linfoblastiche trattati dall’Oncoematologia bolognese negli ultimi anni. In dirittura d’arrivo la prima cell factory regionale. E proprio oggi a Bologna apre la nuova edizione dell’Hematology Summit dedicato alla memoria del prof. Sante Tura. 

Fino al 15 maggio una sessantina di opinion leader dagli Stati Uniti, dal Canada e da diverse nazioni europee si daranno appuntamento a Bologna per fare il punto sulle principali patologie ematologiche a tutto tondo. Il meeting internazionale, patrocinato dalla Società Italiana di Ematologia, è stato preceduto nella giornata di ieri da un confronto sul tema organizzato dall’AIL: un evento che ha rappresentato l’occasione per approfondire risultati e prospettive sul fronte più innovativo e promettente contro i tumori del sangue. 

“Quando siamo partiti, più di cinque anni fa i Centri CAR-T autorizzati alla somministrazione di queste terapie cellulari erano non più di 5-6, ad oggi sono oltre 40 - ha dichiarato Pier Luigi Zinzani, professore di Ematologia dell’UNIBO e direttore dell’Istituto di Ematologia “L. e A. Seràgnoli” del Policlinico di Sant’Orsola IRCCS – noi, in particolare, siamo stati capofila nell’utilizzo delle CAR-T”. Nel 2018 è infatti stato il primo centro italiano a sperimentare con successo la terapia con cellule CAR-T in alcuni pazienti con mieloma multiplo, e da allora sono oltre 240 i pazienti trattati (nel dettaglio: 190 linfomi, 46 mielomi e 4 leucemie acute linfoblastiche). “Oltre il 40% dei pazienti che vediamo proviene da fuori regione e questo perché da molti anni siamo il Centro in Italia con il maggior numero di trial clinici di farmaci sperimentali di fase 1,2 e 3, per cui diamo la possibilità, soprattutto a quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali, di poter essere trattati con farmaci sperimentali innovativi”. 

“Abbiamo davvero alzato l’asticella – ha proseguito Zinzani – questa è la vera medicina di precisione. La tecnologia delle CAR-T ci dà ogni anno la possibilità di curare il 20-25% dei pazienti che altrimenti non avrebbero avuto fortuna". Solo per i linfomi questa quota sale al 30-35% e le prospettive sono di ulteriore miglioramento. Ci sono studi, infatti, sull'utilizzo delle Car-T in seconda linea che arrivano al 50% di casi guariti, ma si parla addirittura di remissione nell'80% con l'uso di questa terapia in prima linea. 

Oggi, ha aggiunto Francesca Bonifazi, direttrice dell’unità operativa di Trapianto e Terapie cellulari in Ematologia del Policlinico di Sant'Orsola, "il problema principale delle CAR-T non sono più le complicanze: chi va in terapia intensiva oggi è circa il 10%. Le sappiamo prevenire, oggi il limite più grande è il fallimento della terapia. Sulla sicurezza possiamo dare rassicurazioni, c'è invece ancora da fare sulla sua efficacia".

In questi ultimi cinque anni si è allungato l’elenco delle CAR-T che hanno l’indicazione all’utilizzo in alcuni tumori del sangue: ad oggi sono più di 11 e stanno partendo studi di fase 1 per la seconda generazione di CAR-T autologhe (prodotte cioè con i linfociti T del paziente stesso) ma sono in corso anche diversi studi per la produzione di CAR-T allogeniche, prodotte da donatori sani o da cellule staminali pluripotenti. 

In questo scenario si inserisce il progetto del Policlinico IRCCS Sant’Orsola di realizzare una ‘cell factory’, la prima in Emilia Romagna, per la produzione di CAR-T accademiche, ovvero prodotte in ambito ospedaliero/universitario a scopo no profit e all’interno di studi clinici.
«La cell factory è nella fase finale della sua realizzazione ed è sostenuta dalla ricerca traslazionale clinica e preclinica di nuovi costrutti – ha raccontato Bonifazi– il Policlinico di Sant’Orsola IRCCS ha investito molto per realizzare questo progetto iniziato nel 2022 con una Piattaforma di ricerca denominata Laboratorio di immunobiologia dei trapianti e delle terapie cellulari (IBT); il nostro obiettivo è quello di produrre CAR-T accademiche nuove e di trovare nuove indicazioni, possibilmente più efficaci e che possano essere utilizzate anche per malattie del sangue che non sono attrattive per le company farmaceutiche. Importante la collaborazione in atto con il professor Franco Locatelli del Bambino Gesù di Roma per la ricerca sui prodotti CAR-T, con cui lavoreremo appena pronti alla condivisone di alcuni studi con CAR-T accademiche».

«Le CAR-T rappresentano più che una speranza concreta per quei pazienti che non rispondono alle terapie convenzionali e il loro impiego sta ottenendo successi insperati in pazienti che non avevano più alcuna possibilità terapeutica, dopo aver tentato tutte le cure disponibili – ha affermato Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL – ancora molte sono le sfide da affrontare per la ricerca e per i clinici e alcuni interrogativi a cui dare risposte, AIL in questo scenario in continua evoluzione, è al fianco dei pazienti e delle famiglie, promuovendo un’informazione il più possibile esaustiva e corretta che sia in grado di aiutare pazienti e medici verso le scelte terapeutiche più sicure ed efficaci».

«AIL Bologna investe con determinazione nella ricerca scientifica – ha detto Gaetano Bergami, Presidente di AIL Bologna – nel corso del 2024 ha stanziato 1.215.402 euro a sostegno di 44 progetti focalizzati sulle principali patologie oncoematologiche. Investimento che ha permesso di finanziare 44 professionisti della ricerca, tra cui 14 biologi e biotecnologi, 16 data manager, 7 medici, 6 infermieri dedicati e 1 tecnico di laboratorio. Un impegno strategico è stato dedicato al progetto della ‘cell factory’, infrastruttura di nuova generazione per la produzione di terapie cellulari avanzate, che rappresenta un passo decisivo verso l’innovazione terapeutica e la medicina personalizzata. Attraverso questo sforzo, AIL Bologna conferma il proprio ruolo attivo nell’assistenza e nell’innovazione scientifica come alleato affidabile nella costruzione di un futuro in cui un giorno i tumori del sangue possano essere guariti».