L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce l’infertilità una patologia determinata dall’assenza di concepimento dopo almeno 12 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti.
Tale soglia temporale si abbassa a 6 mesi per le donne con più di 35 anni di età e in alcuni casi specifici (endometriosi, pregressa chirurgia a carico degli organi pelvici o altre condizioni che possano aver determinato un danno a carico dell’apparato genitale interno).
La sterilità è definita, invece, come l’incapacità assoluta di concepire un figlio, a causa di fattori biologici irreversibili (assenza di gameti, cioè ovociti e/o spermatozoi) dovuta ad anomalie congenite o danni permanenti agli organi riproduttivi.
L’infertilità può essere primaria o secondaria. Si definisce primaria quando la persona non è mai riuscita ad ottenere una gravidanza, secondaria quando almeno una gravidanza (anche con un partner diverso da quello attuale) è stata ottenuta in passato.
L’infertilità in Italia riguarda circa il 15% delle coppie mentre, nel mondo, circa il 10-12%. Questa patologia può riguardare l’uomo, la donna o entrambi (infertilità di coppia).
Nel 2023 l’Italia ha registrato un tasso di natalità storicamente basso, con 379.000 nati, un dato che riflette anche la riduzione della popolazione femminile in età fertile e la difficoltà di concepire naturalmente.
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