Incontro con Domenico Ingenito, traduttore e curatore dell’opera di Forugh Farrokhzad. L’appuntamento, arricchito da letture poetiche, è in programma venerdì 17 maggio alle 18.30 presso l’Aula Magna del Padiglione 4 dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola
L’incontro è realizzato nell’ambito de “La cura delle parole”, laboratorio teatrale di Archiviozeta e Fondazione Sant’Orsola rivolto a pazienti, personale e familiari di oncologia. Il progetto è condotto da Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni di Archiviozeta e coordinato dalla dottoressa Lucia Polpatelli (medico psico-oncologa) in collaborazione con il prof. Pierandrea De Iaco, direttore della Ginecologia Oncologica dell’IRCCS.
Quest’anno Sangiovanni e Guidotti hanno proposto al gruppo de “La cura delle parole” di lavorare sulle poesie di Forugh Farrokhzad. Negli ultimi mesi i partecipanti del laboratorio hanno quindi indagato l’opera di questa meravigliosa poeta, abbandonandosi alla forza viscerale e alla sofferenza ma anche alla bellezza e alla passione delle sue opere, finendo per innamorarsene anche grazie al bellissimo lavoro di traduzione in italiano.
Approfittando del breve soggiorno in Italia di Domenico Ingenito, traduttore e curatore dell’opera di Farrokhzad, Associate Professor presso l’UCLA University of California, Archiviozeta e Fondazione Sant’Orsola organizzano, nell’ambito del Patto per la lettura di Bologna e in collaborazione con Comune di Bologna - settore cultura e creatività e Biblioteca Amilcar Cabral, un incontro per presentare il libro e il suo lavoro di studioso della lingua e della cultura persiana. Nel corso dell’appuntamento, il gruppo del laboratorio leggerà ad alta voce alcune delle poesie scelte in questi mesi di lavoro.
17 maggio 2024, ore 18:30
IRCCS Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna Policlinico Sant’Orsola - Aula Magna Padiglione 4
presentazione della raccolta di poesie di Forugh Farrokhzad
Io parlo dai confini della notte
dal termine del buio
e parlo
dei confini della notte.
Se vieni a casa mia, caro, portami un lume
e uno spiraglio da cui poi guardare
la folla nel vicolo felice.