Quasi 1,3 milioni di euro per studiare la complessità del microambiente tumorale delle leucemie acute mieloidi

28 Novembre 2023

L’IRCCS è capofila del consorzio internazionale premiato da “Transcan-3”, il bando della Commissione Europea dedicato ai progetti di ricerca sul cancro. 

Lo studio TALETE (dal nome del primo filosofo greco che ha inteso studiare la natura osservandola) è stato infatti proposto dall’Ematologia Seràgnoli del Sant’Orsola, diretta dal Prof. Michele Cavo, risultando tra i 20 progetti selezionati (su un totale di 163 proposte pervenute) e quindi accedendo al finanziamento per 1 milione e 276mila euro. Di questi, 150mila sono stati assegnati all’IRCCS in qualità di coordinatore, mentre la restante parte verrà suddivisa tra gli altri cinque centri europei coinvolti nel consorzio: l’IRCCS Istituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori "Dino Amadori" (IRST) di Meldola, il German Cancer Research Center (DKFZ) di Heidelberg, il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) - Centre d’Immunologie de Marseille Luminy (CIML) di Marsiglia, la Facoltà di Medicina dell’University of Bergen (UiB) e l’University of Latvia (UL) di Riga. 

Il progetto di ricerca si concentra sulle leucemie acute mieloidi e in particolare sui meccanismi di resistenza alle terapie farmacologiche non intensive non chemioterapiche. Si tratta di terapie che agiscono su meccanismi molecolari importanti per la sopravvivenza delle cellule: vengono somministrate soprattutto ai pazienti più anziani o comunque troppo fragili per sopportare trattamenti più aggressivi, ma si stanno rivelando efficaci anche nelle fasce d’età più giovani e pertanto lasciano ben sperare nell’ottica di un approccio chemio-free. 

“Su 100 pazienti sottoposti a queste terapie – spiega il Dottor Antonio Curti, responsabile del gruppo clinico e di ricerca per la diagnosi e le terapie innovative delle leucemie acute e le sindromi mielodisplastiche dell’Unità Operativa di Ematologia dell’IRCCS Sant’Orsola – il 65% ottiene una risposta positiva in termini di controllo della malattia. Di questi, però, solo il 10-20% risulta essere un paziente sopravvivente a lungo termine”.

Sono numeri in chiaroscuro: da un lato si tratta di risultati sicuramente importanti, soprattutto per la fascia di pazienti più anziana, ma dall’altro sono dati largamente insoddisfacenti. I meccanismi di resistenza rendono infatti del tutto inefficace la terapia in circa un terzo dei casi o portano comunque alla sua ricomparsa nel medio-lungo termine. 

Per migliorare l’efficacia delle terapie, è dunque necessario comprendere a fondo i meccanismi di resistenza. Gli studi condotti fino a questo momento si sono concentrati però soprattutto sui meccanismi intrinseci, cioè quelli che attengono al profilo della cellula tumorale, mentre il microambiente che circonda la neoplasia è stato ancora poco studiato. “È come se noi, entrando in una stanza, ci concentrassimo soltanto su una persona – continua Curti – ma magari in quel locale ce ne sono molte altre. Capire la complessità del tumore, includendo anche quello che sta attorno alla neoplasia, il microambiente appunto, sta diventando di fondamentale importanza”. 

Il progetto di ricerca vuole dunque indagare i meccanismi biologici che influenzano l’efficacia delle suddette terapie dal punto di vista dello studio del microambiente leucemico. “Il nostro obiettivo consiste nello sviluppo di linee di ricerca traslazionale che possano fare da base per futuri studi clinici sul tema”, aggiunge Curti. Nel concreto, è previsto l’arruolamento di 60 pazienti: per ognuno verranno prelevati campioni di midollo osseo tramite biopsia al momento della diagnosi, dopo la terapia e al momento dell’eventuale comparsa di una ricaduta. “Impiegando tecnologie avanzate andremo ad analizzare il profilo proteico, il profilo genetico e il profilo metabolico delle varie componenti del microambiente leucemico. Attraverso ulteriori studi di colture in vitro andremo poi a validare funzionalmente i modelli di interazione emersi dagli studi di caratterizzazione. Si tratta solo di un primo passo, è una ricerca ancora preliminare: ma è la strada necessaria per ottenere delle terapie più efficaci, anche in un’ottica di potenziale combinazione con nuovi farmaci, tra cui l’immunoterapia”.

Oltre a coordinare il progetto e arruolare una parte dei pazienti necessari, l’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna – Policlinico di Sant’Orsola si occuperà anche di condurre gli studi del profilo metabolico e della parte proteomica e funzionale. “Ci tengo a sottolineare l’importanza del gruppo di ricerca all’interno dell’Ematologia e il ruolo del Grant Office dell’IRCCS – chiosa Curti – senza la cui fondamentale assistenza non saremmo riusciti a partecipare al bando. Si tratta di un grande risultato”.