Il clisma opaco è un esame non invasivo che permette di analizzare nel dettaglio l’intestino crasso grazie all’impiego dei raggi X e di un doppio mezzo di contrasto. In condizioni normali, infatti, il colon e il retto non sarebbero ben visibili in una radiografia normale.
Per questo motivo è necessario introdurre per via anale una sonda ben lubrificata della lunghezza di dieci centimetri circa: da tale tubicino vengono rilasciati gradualmente sia un liquido composto da acqua e bario che l’aria, utile a garantire una maggiore e più omogenea distribuzione del mezzo di contrasto. Il tutto avviene sotto costante controllo radioscopico.
L’esame, che ha una durata piuttosto variabile (in genere compresa tra i 20 e i 40 minuti), non è pericoloso ma può risultare anche molto fastidioso. Il paziente può avvertire un forte stimolo all’evacuazione, che deve però essere trattenuto fino al via libera degli operatori.
La procedura serve a raccogliere delle immagini radiografiche dettagliate del colon e del retto. L’esame viene prescritto in genere quando si sospettano alterazioni delle parti terminali dell’intestino, oppure anche quando il paziente è affetto da pesante irregolarità intestinale.
In alcuni casi può essere prescritto anche per la diagnosi di eventuali neoplasie e patologie specifiche (stenosi, occlusioni intestinali, poliposi, diverticolosi).
La buona riuscita dell’esame dipende anche e soprattutto dalla pulizia dell’intestino. Di conseguenza, nei tre giorni precedenti all’appuntamento è bene impostare una dieta priva di fibre (in particolare, sono da evitare frutta, verdura e legumi, mentre sono consentiti carne pesce, formaggi, latticini e uova).
A volte lo staff medico può anche prescrivere l’impiego di qualche lassativo il giorno prima dell’esame.
Una volta terminato l’esame il paziente può riprendere le normali attività della vita quotidiana.
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