Reflusso gastro esofageo

Cos'è 

Il termine “reflusso gastro-esofageo” indica la risalita del contenuto gastrico nell’esofago. Entro certi limiti tale fenomeno può essere considerato fisiologico, verificandosi più volte nel corso della giornata in particolare dopo i pasti. Tuttavia, quando supera una certa soglia in termini di frequenza o genera sintomi dolorosi si parla di malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE).

Come si manifesta 

I sintomi più comuni della patologia sono il bruciore di stomaco (fastidio doloroso localizzato dietro lo sterno o nella parte alta dell’addome) e il rigurgito acido, legato alla risalita degli acidi gastrici nell’esofago, nella gola e nella bocca.

Il reflusso gastroesofageo può interessare sia i bambini che gli adulti di qualsiasi età.

In età pediatrica, in particolare, è bene ricordare che in assenza di sintomatologia dolorosa e patologia polmonare i rigurgiti frequenti sono la tipica manifestazione del reflusso gastro-esofageo fisiologico, fenomeno comune nei primi mesi di vita. Il reflusso gastro-esofageo patologico si associa invece a vomito, ruminazione, ematemesi (presenza di sangue nel vomito), sangue occulto nelle feci e rifiuto del cibo.
Nei primi anni di vita gli episodi di vomito sono frequenti e di piccola entità, tendono a peggiorare durante i periodi di intenso stress (infezioni virali, stipsi, conflitti in ambito familiare o scolastico) e possono presentarsi in maniera episodica o a getto.

Nei bambini più grandi la sintomatologia è più simile a quella dell’adulto con pirosi (bruciore di stomaco), dolore epigastrico o toracico, disfagia (sensazione di deglutizione difficoltosa) e fastidio alla gola. Spesso, inoltre, insorgono anche difficoltà respiratorie acute o croniche: tosse, dispnea, soffocamento, apnea, asma e polmoniti ricorrenti. In alcuni casi si assiste anche all’arresto della crescita, a disturbi del sonno e ad irritabilità.

 

Origine 

Il reflusso gastroesofageo è una condizione piuttosto frequente in età infantile, addirittura fisiologica nei primi mesi di vita (in quanto espressione di una non completa maturazione dei meccanismi anti-reflusso) tanto da essere definita “vomito abituale del lattante”. Nel 95% dei casi tale situazione si risolve entro i primi 24 mesi, mentre nel restante 5% diventa persistente ed evolve nella malattia da reflusso gastroesofageo.  

In età adulta la malattia può essere causata da diversi fattori. La pressione tra esofago e stomaco, che in condizioni normali è la componente che controlla e tiene sotto una certa soglia il passaggio dei succhi gastrici, è influenzata dalla dieta, dagli ormoni e da alcuni farmaci. Di conseguenza, il manifestarsi del reflusso può dipendere dall’alimentazione o da alcune condizioni che aumentano la pressione gastrica, come obesità e gravidanza.

Come si accerta 

In genere la sola anamnesi è sufficiente per formulare una diagnosi.  Nei casi dubbi, quando il fastidio perdura nonostante le terapie farmacologiche o in presenza di complicazioni è tuttavia possibile ricorrere ad esami strumentali (studio radiologico dell’esofago, esofago-gastro-duodenoscopia, manometria e Ph-metria).

Trattamenti 

L’approccio terapeutico varia in base all’età e ai sintomi lamentati dal paziente ed è finalizzato a ridurre i disturbi, la frequenza e la durata degli episodi di riflusso ed a rimarginare eventuali lesioni esofagee prevenendo possibili complicanze.

Nella maggior parte dei casi la malattia da reflusso gastroesofageo viene trattata con una terapia comportamentale, talvolta abbinata ad una terapia farmacologica. Spesso, infatti, il disturbo può essere tenuto sotto controllo con cambiamenti dello stile di vita e dell’alimentazione, ad esempio evitando prodotti che più facilmente peggiorano l’acidità come la cioccolata, il caffè o gli agrumi. Gli specialisti possono inoltre indicare la somministrazione di specifici farmaci per inibire la produzione di acido nello stomaco.

L’intervento chirurgico è riservato solo ai casi più gravi, che non rispondono ai farmaci o sono interessati da problematiche non risolvibili con le terapie già citate.

L'elenco è puramente indicativo e non sostituisce la prescrizione medica
L'elenco include alcuni dei possibili trattamenti correlati, è indicativo e non sostituisce la prescrizione medica