Un’ora per salvare una vita

21 Luglio 2023

Il cuore da trapiantare viaggia in tempi record da Trento al Sant'Orsola con un elicottero del 118.

Un successo ottenuto grazie al perfetto coordinamento tra il Centro di Riferimento Trapianti dell’Emilia-Romagna, la Centrale Operativa 118 Emilia Est e il Policlinico di Sant’Orsola, che si conferma primo in Italia per trapianti di cuore.

Quando la sfida è contro il tempo la collaborazione vince su tutto. Un cuore che passa dal donatore al suo ricevente in una sola ora.

È successo in Emilia-Romagna, dove per la prima volta il trasferimento del cuore è avvenuto in tempi record, grazie all’utilizzo di un elicottero e all’organizzazione e coordinamento del Centro di Riferimento Trapianti con la Centrale Operativa 118 Emilia Est e l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Così inizia la nuova vita dell’uomo di 68 anni che ha ricevuto il cuore: sta bene e ha avuto un decorso operatorio senza particolari complicanze. Un risultato possibile grazie all’efficienza della struttura di coordinamento del Centro Riferimento Trapianti regionale, che ha presidiato il caso dalla selezione dell’organo fino al trasporto vero e proprio a cura della centrale Operativa 118 Emilia Est, unico punto di riferimento regionale per i trasporti complessi.

La vicenda ha inizio quando il Centro Riferimento Trapianti riceve un’offerta di cuore dall’ospedale di Trento, in risposta a un’urgenza regionale lanciata su scala nazionale: è un caso particolarmente complesso per le condizioni del donatore. Scatta una catena di operazioni specifica in cui, più di ogni altra volta, il ruolo di ogni soggetto fa la differenza. Quindi la scelta dell’elicottero per ridurre al massimo i tempi del trasferimento e aumentare le probabilità di una buona riuscita del trapianto, riducendo al minimo i tempi di ischemia del cuore, determinanti in ogni trapianto, di un’ora e mezza. Un risultato record per un’attività di trasporto dell’organo oltre che della equipe.

È un caso che prova concretamente l’importanza di istituire strutture organizzative e di coordinamento nel supporto di queste attività centrali e tempo-dipendenti per salvare le vite di tantissime e tantissimi pazienti.

“Il nostro è un lavoro che ha un nemico in più da combattere oltre alla malattia. È il tempo. E non basta l’impegno di uno solo, serve collaborazione e gioco di squadra a tutti i livelli- dichiara il professore Davide Pacini, direttore dell’Unità operativa di Cardiochirurgia dell’IRCCS Sant’Orsola-. Noi mettiamo a disposizione del sistema e dei nostri pazienti competenze eccellenti e una struttura all’avanguardia. L’IRCCS Sant’Orsola è infatti un centro di riferimento nel trattamento dell’insufficienza cardiaca a livello nazionale e non solo”.

“Siamo orgogliosi del risultato ottenuto grazie a una macchina efficiente e ben oliata in cui tutti i professionisti e le strutture fanno il loro lavoro al meglio, con il coordinamento eccellente del Centro Riferimento Trapianti regionale.- commenta Raffaele Donini, assessore alle politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna-. Tutto questo non servirebbe a nulla, però, se a monte non ci fosse la scelta generosa della famiglia del donatore: a loro va il più grande e importante ringraziamento”.

L’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è l’unico ospedale a eseguire trapianti di cuore in Emilia-Romagna. Nel 2023, ad oggi, sono già stati effettuati 27 trapianti di cuore. Un numero da record se consideriamo che nel 2021 ne erano stati effettuati 31 e 29 nel 2022, posizionando già l’IRCCS come primo centro in Italia per numero di interventi. Non solo: quello del Sant’Orsola è stabilmente il centro che garantisce la più alta sopravvivenza post-intervento in Italia (80% dopo 5 anni, contro la media nazionale del 73%).

L’IRCCS di Bologna, inoltre, è l’unico centro cardiologico-cardiochirurgico in Italia a vantare la possibilità di seguire il paziente dalla diagnosi prenatale a tutta l’età adulta garantendone una presa in carico totale durante l’intero arco di vita e offrendo a tutte le fasce di età l’opzione del trapianto e delle assistenze meccaniche.

Per quanto riguarda l’età adulta, il Programma per lo scompenso cardiaco e il trapianto segue con 2000 valutazioni ambulatoriali circa 800 pazienti con scompenso cardiaco avanzato all’anno, di cui almeno 120 prime valutazioni di cui il 40% proviene da centri extra-regionali. Di questi circa 40 vengono inseriti in lista d’attesa per trapianto e circa 10 ricevono un’assistenza meccanica impiantabile.

Per quanto riguarda l’ambito pediatrico e dell’età evolutiva, grazie ai progressi della cardiologia e cardiochirurgia pediatrica oggi l’80-85% dei bambini nati con cardiopatia congenita riesce a sopravvivere fino all’età adulta. Un risultato fino a poco tempo fa insperabile che porta il numero di Guch (Grown Up Congenital Heart) ad aumentare costantemente.

La disponibilità di organi per il trapianto rimane, però, molto limitata e comunque inferiore rispetto al numero di pazienti in lista d’attesa. Anche per questo ogni cuore donato è estremamente prezioso