Il gesto di un uomo, che ha scelto di donare da vivo uno dei suoi due reni affidandolo alla Rete nazionale trapianti, ha dato il via a una catena di donazioni e trapianti incrociati tra il Padova, l’Aquila e Bologna, riconsegnando una vita normale a tre diversi pazienti.
Un caso in piena regola di “donazione samaritana”, che avviene quando una persona in perfette condizioni di salute si sottopone a un prelievo di rene per destinarlo non a un proprio familiare o amico, ma a una persona completamente sconosciuta in lista d’attesa per il trapianto. Una scelta generosa (nonché, ovviamente, gratuita e anonima) che ha offerto una soluzione per alcune coppie tra loro incompatibili.
Il rene del donatore smaritano è stato infatti prelevato presso il Centro trapianti rene-pancreas dell’Ospedale di Padova e assegnato ad un paziente in cura presso il Centro trapianti dell’Ospedale San Salvatore dell’Aquila. Nel capoluogo abruzzese un familiare del ricevente (incompatibile con quest’ultimo) ha donato a sua volta un rene, che è stato assegnato a un paziente del Centro Trapianti di rene dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola. Anche qui un familiare del trapiantato ha donato un rene che è stato destinato a un paziente iscritto nella lista d’attesa presso il Centro Trapianti di Padova, chiudendo così il cerchio tra le tre città.
Donazioni e trapianti sono stati realizzati nell’arco di una sola giornata, nel novembre scorso, grazie al coordinamento del Centro Nazionale Trapianti, al trasferimento immediato degli organi (affidato alla Polizia Stradale) e agli sforzi di 110 operatori sanitari (tra medici, infermieri, psicologi, biologi, personale del CNT e dei coordinamenti regionali di Veneto, Abruzzo ed Emilia-Romagna). Le sei persone coinvolte (tra donatori e riceventi) sono state dimesse in ottime condizioni pochi giorni dopo gli interventi.
Il trapianto eseguito dal Centro dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, in particolare, è risultato particolarmente complesso per le caratteristiche immunologiche del paziente e per le condizioni dell’organo assegnato: per procedere con l’operazione l’equipe chirurgica del prof. Matteo Ravaioli ha dovuto utilizzare alcuni vasi sanguigni provenienti dalla Banca Regionale dei Tessuti Cardiovascolari, che ha sede all’interno dello stesso Policlinico multispecialistico bolognese ed è diretta da Marina Buzzi.
La Nefrologia, dialisi e trapianto diretta dal prof. Gaetano La Manna, in rete con la Chirurgia addominale nell'insufficienza d'organo terminale e nei pazienti con trapianto d'organo e con la Terapia intensiva postchirurgica e dei trapianti di organi addominali (diretta da Antonio Siniscalchi), ha eseguito quest’anno oltre 120 trapianti di rene, 33 dei quali da donatore vivente, impiegando farmaci e tecniche sempre più all’avanguardia in particolare per la prevenzione del rigetto d’organo.
Per approfondire, visita il sito del Centro Nazionale Trapianti.