"Ricerchiamo le cause delle MICI (Malattie Intestinali Croniche Infiammatorie) per migliorare le strategie di cura"
Mal di pancia e diarrea, calo di peso, anemia, stanchezza cronica a volte associati a dolori articolari. Questi i campanelli di allarme che possono far pensare alle MICI, come la malattia di Crohn e la colite ulcerosa, patologie infiammatorie croniche intestinali (Mici), che causano problemi emotivi e sociali rilevanti, impattando in maniera significativa sulla qualità di vita dei pazienti che ne sono affetti.
"Si stima colpiscano solo in Italia tra le 200mila e le 250mila persone; in genere a essere più colpiti sono i giovani adulti, tra i 20 e i 40 anni, 30mila i ragazzi colpiti sotto i 18 anni, per lo più adolescenti". A fare il quadro Paolo Gionchetti, responsabile della struttura di Malattie infiammatorie croniche dell'intestino - Centro di Riferimento Regionale del Sant'Orsola, in occasione della VII edizione del Premio Medicina Italia, prestigioso riconoscimento per le eccellenze della sanità italiana.
"La malattia non è ereditaria, ci può essere una familiarità nel 10-15% dei casi" - rileva Gionchetti - e la diagnosi spesso può arrivare in ritardo, anche di 5 anni, in particolare per la malattia di Crohn che è più subdola".
Farmaci, tra cui i nuovi farmaci biologici, e la chirurgia sono validi strumenti per ottenere una buona qualità di vita e una ripresa delle normali attività quotidiane, insieme a una prevenzione primaria fatta di sano stile di vita, alimentazione equilibrata e attività fisica. In particolare, ricercatori e medici sono sempre più interessati alla ricerca delle cause e alla differenziazione dei vari gruppi di pazienti in sottogruppi per migliorare le strategie di prevenzione e cura e riuscire a intervenire tempestivamente con trattamenti in grado di controllare la malattia.
Nel video l'intervento del prof. Gionchetti durante l'assegnazione del premio (min. 1:19:40)