I fondi destinati alla ricerca scientifica nel 2023 sono incrementati del 63%, a conferma di un trend in costante aumento. Questa crescita si accompagna allo sviluppo delle tecnologie a supporto dell’innovazione in medicina: dal forte investimento fatto per la produzione di CAR-T fino all’implementazione dei prelievi di cuore per trapianto da donazione a cuore fermo. Tutti i dati verranno discussi il 22 e 23 novembre in occasione del secondo Retreat della Ricerca.
Nel 2023 l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Bologna ha dunque confermato la sua capacità attrattiva iscrivendo a bilancio quasi 29,9 milioni di euro di fondi per la ricerca scientifica. Una cifra che certifica un aumento del 63% rispetto all’anno precedente: nel 2022 il totale aveva superato di poco i 18 milioni di euro. Il trend di crescita, avviato quattro anni fa con l’accreditamento dell’azienda a Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) di rilevanza nazionale, consente di investire sul personale (assunzione diretta di nuovi ricercatori sanitari e co-finanziamento di dottorati di ricerca, per un totale di circa 90 professionisti negli ultimi tre anni) e sostiene l’innovazione tecnologica con il rinnovo di molte apparecchiature e l’introduzione di nuove strumentazioni. Ne sono un esempio la recente acquisizione di una “PET/CT Total-Body” di ultima generazione - primo sistema integrato in Europa capace di studiare l’intero corpo umano in un’unica scansione rilevando fino alle più piccole cellule tumorali - e l’avvio della fornitura di un sistema di imaging 3D dermatologico per la diagnosi dei tumori della cute nei pazienti ad alto rischio. C’è poi da sottolineare l’implementazione delle piattaforme di ricerca (laboratori integrati tra ricercatori IRCCS e ricercatori Unibo non in convenzione con il sistema sanitario nazionale, che hanno come obiettivo quello di unificare le attività di ricerca traslazionale), lo sviluppo delle tecniche di riperfusione d’organo e il rinnovamento di due camere bianche per la produzione di CAR-T accademiche, il cui completamento è previsto per l’inizio del 2025.
“In un periodo di difficoltà per la Sanità Pubblica, avere un budget della ricerca in aumento non è scontato ed è importantissimo – dichiara il prof. Marco Seri, direttore scientifico dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola – Questa crescita ci può infatti aiutare a sviluppare la ricerca per ottimizzare un approccio di cura per i nostri pazienti, favorendo terapie migliori e applicando in modo più esteso un approccio di cura personalizzato. È noto che nei centri dove è maggiore la quantità e la qualità della ricerca è più elevata anche la qualità delle cure”.
Arriva dunque al momento giusto la seconda edizione del “Retreat della Ricerca”, la due giorni dedicata alla comunità scientifica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e pensata come momento per condividere conoscenze e risultati degli studi e per stringere sinergie e collaborazioni. Il 22 e 23 novembre ricercatori giovani e senior si incontrano nell’Aula Absidale di Santa Lucia e negli spazi del Policlinico per un intenso programma di presentazioni e dibattiti. Tra le novità di questa edizione: la lettura magistrale di Vittorio Bellotti, direttore scientifico del Policlinico San Matteo di Pavia, il dialogo tra il professore emerito (già rettore Alma Mater) Ivano Dionigi e la bioeticista Ludovica De Panfilis, la presentazione del libro della professoressa Clara Camaschella “La donna del ferro. Memorie di una ragazza”, l'intervento del direttore del Centro Nazionale Trapianti Giuseppe Feltrin e l’evento satellite destinato a oltre 700 studenti delle scuole superiori di Bologna. “Vogliamo instillare in loro il germe della ricerca scientifica, cercando di trasmettere la nostra passione affinché un domani chi di loro diventerà medico sia non solo un bravo professionista ma anche e soprattutto un bravo ricercatore”, commenta Seri.
Da cosa dipende l’aumento delle risorse. La crescita dei fondi deriva anzitutto dall’impegno degli oltre 1.200 professionisti (tra ricercatori e personale di supporto) che lavorano tra i corridoi del Policlinico. È grazie a loro che l’IRCCS è riuscito a migliorare i propri criteri di distribuzione dei fondi ministeriali (quasi 9 milioni di euro tra finanziamenti per la ricerca corrente, Piramide della ricerca e bandi finalizzati) e più in generale la propria capacità di attrazione di risorse dai bandi pubblici e privati: nel corso del 2023, soltanto per fare un esempio, l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola ha vinto per la prima volta un bando Horizon Europe nella veste di coordinatore grazie a “Biotool-CHF”, progetto di ricerca pensato per migliorare la qualità di vita dei pazienti affetti da insufficienza cardiaca e ridurre i ricoveri ospedalieri. Ancora: 2,6 milioni di euro sono poi arrivati dalle risorse eccezionali del PNRR, altri 1,2 milioni dai contributi regionali mentre è calato leggermente (-6%) poco sotta 4 milioni di euro il fatturato degli studi profit.
Sommando le diverse voci si arriva così a 29 milioni e 869mila euro. Di questi, circa un terzo sono stati assegnati all’IRCCS in qualità di coordinatore di progetti multicentrici per poi essere distribuiti ai partner, ossia agli altri enti di ricerca italiani e internazionali coinvolti nello studio. Anche sottraendo questi trasferimenti, i 20 milioni di euro restanti rappresentano comunque la cifra più alta mai messa a bilancio dal Policlinico per la ricerca.
I numeri della ricerca. Nel 2023 i professionisti del Policlinico hanno firmato in totale quasi 1.700 pubblicazioni su riviste scientifiche di settore, confermando sostanzialmente il volume di produzione scientifica degli anni precedenti. Quantità che si abbina anche a qualità, come testimonia l’Impact Factor grezzo - indicatore che misura il valore e il prestigio delle riviste su cui sono stati pubblicati gli articoli, e che per l’anno passato risulta pari a 9382.3. Al 31 dicembre risultavano inoltre attivi ben 2.077 studi clinici.