Da lunedì 3 febbraio i servizi di emergenza ostetrica e ginecologica e il centro nascite del Policlinico bolognese entrano nella nuova ala del Padiglione 4, inaugurata lo scorso dicembre. Per queste attività l’accesso si sposta dunque in via Albertoni 20.
Il Pronto Soccorso Ostetrico-Ginecologico e il Blocco Parto si spostano rispettivamente al piano rialzato e al secondo piano della struttura, inaugurata lo scorso dicembre. Cambia di conseguenza anche il punto di accesso per queste attività: l’ingresso dell’edificio si affaccia su via Albertoni 20.
Il Pronto Soccorso Ostetrico-Ginecologico. La novità permette di potenziare e riorganizzare completamente la gestione delle urgenze ginecologiche o ostetriche, ottimizzando i percorsi di cura. L’inquadramento diagnostico ginecologico e ostetrico può avvalersi di ecografia, esami di laboratorio e monitoraggio cardiotocografico. In base alla diagnosi, le pazienti vengono poi dimesse a domicilio o ricoverate presso il reparto di degenza ostetrica, di degenza urgenza ginecologica e di Osservazione Breve Intensiva o, se in travaglio, in sala parto.
Il Blocco Parto. Il trasferimento del centro nascite del Sant’Orsola nei nuovi ambienti è pensato per rispondere alle diverse esigenze delle famiglie, garantendo un’esperienza il più possibile confortevole e sicura. Un concetto che si concretizza nelle otto nuove sale parto realizzate nel secondo piano dell’edificio, due delle quali dotate di vasche calde per il parto in acqua. A differenza del blocco parto attuale, l’ampiezza degli spazi consente l’ingresso dei partner durante tutte le fasi del travaglio, mentre la luminosità e il design interno (impreziosito dal parquet laminato e da decorazioni pittoriche alle pareti) sono studiati per infondere serenità.
Le sale d’attesa. L’attenzione ai principi di umanizzazione e accoglienza si rispecchia anche nelle ampie sale d’aspetto che accolgono all’ingresso pazienti e familiari. Lo studio Pierluigi Molteni Architetti ha infatti lavorato con l’obiettivo di creare un ambiente caldo e ospitale, più vicino ad uno spazio domestico che ad uno spazio pubblico per come viene comunemente inteso. L’attenzione ai dettagli si è concretizzata ad esempio nella scelta di arredi robusti ma colorati ed accoglienti, di piante scelte per la loro capacità di contribuire a creare un’atmosfera serena e rilassante e di una carta da parati che avvolge completamente lo spazio come un abbraccio.
La “Culla di Bologna”: i prossimi passi. Inaugurata lo scorso 19 dicembre, l’ala “N” del Padiglione 4 è destinata ad ospitare la nuova Maternità del Policlinico e i servizi ad alta intensità di cura delle unità operative di Ostetricia e Medicina dell’Età Prenatale, Ginecologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana, Chirurgia Senologica e Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale – quest’ultima già attiva al terzo piano dell’edificio dallo scorso novembre.
Dopo l’attivazione del Pronto Soccorso Ostetrico-Ginecologico e del Blocco Parto, a inizio febbraio entrerà in servizio anche il Blocco Operatorio del primo piano dedicato agli interventi di chirurgia ginecologica e senologica. Il trasferimento delle attività si completerà infine prima dell’estate con il trasloco del Centro di Infertilità e Procreazione Medicalmente Assistita.
L’Ospedale della Donna e del Bambino. L’operazione, che si inserisce nell’ambito di una più ampia riorganizzazione dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Bologna, è stata finanziata dalla Regione con più di 45 milioni di euro: una cifra che, oltre all’ala “N” del Padiglione 4, prevede (entro il 2026) il completamento della ristrutturazione delle vecchie ali del Padiglione 4 e del blocco operatorio e della terapia intensiva pediatrica del Padiglione 13, dove è in corso anche l’allestimento di due camere bianche per la produzione di CAR-T accademiche (per un totale di 1,6 milioni di euro, con conclusione prevista per la primavera del 2025). A completare il progetto, una nuova risonanza magnetica di ultima generazione al Padiglione 16, destinata principalmente ai pazienti neonatali e pediatrici (2 milioni di euro)