Impianti cocleari: all'IRCCS il primo intervento con esoscopio 3D

30 Aprile 2025

Una rivoluzione in casa “Otorinolaringoiatria e Audiologia” dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola.

Adesso per posizionare un impianto cocleare, i chirurghi indossano gli occhiali 3D e operano guardando uno schermo, attraverso l’esoscopio. Si tratta di un nuovo sistema operativo alternativo al microscopio, che consente al chirurgo una visione molto magnificata e ad alta definizione del campo operatorio, un’ergonomia più comoda, e una maggiore precisione nel gesto chirurgico. 

Recentemente al Sant’Orsola è stato eseguito il primo intervento di posizionamento di impianto cocleare proprio con questa tecnica. Un intervento che “restituisce” l’udito ai pazienti attraverso il posizionamento di un dispositivo che trasforma i suoni in segnali elettrici e li invia al nervo acustico, “superando” i recettori cocleari che non funzionano. Un meccanismo molto diverso dalle protesi convenzionali che si occupano, più semplicemente, di amplificare il suono. 

“La nostra è l’unica Unità di Otorinolaringoiatria del Nord Italia ad avere in dotazione questa particolare piattaforma esoscopica. Da quando è stata acquisita, diverse sono le procedure che abbiamo eseguito con questa tecnica, tra cui alcuni interventi di chirurgia oncologica ricostruttiva, ma è nella chirurgia dell’orecchio che l’esoscopio ha trovato la sua massima applicazione - afferma il prof. Gabriele Molteni, direttore dell’UOC di Otorinolaringoiatria e Audiologia di IRCCS. - La maggiore capacità di magnificazione e la visione 3D data dall’esoscopio risultano estremamente vantaggiose nella chirurgia dell’orecchio, in cui le strutture sono molto piccole e con una disposizione spaziale altamente complessa.” 

Perdita dell’udito e impianti cocleari

L’impianto cocleare è un dispositivo medico elettronico che può essere impiantato in pazienti affetti da una grave perdita dell’udito, che non hanno beneficio con le protesi tradizionali. L’indicazione classica all’impianto cocleare è l’ipoacusia grave o profonda bilaterale, ovvero una perdita completa o quasi dell’udito da entrambe le orecchie, sia che questa sia presente dalla nascita (congenita) o che venga acquisita nel corso del tempo (sia in infanzia che nell’età adulta).

Nel tempo si sono molto ampliate le indicazioni a impianto cocleare, tanto che rientrano tra esse anche la sordità monolaterale e la sordità dopo interventi chirurgici demolitivi. 
L’impianto cocleare è costituito da due parti: una interna ed una esterna.

• la parte interna è fatta da un filo di elettrodi (detto array) e da un ricevitore-stimolatore. L’intervento chirurgico serve per inserire il filo di elettrodi all’interno della coclea (l’organo dell’udito), per stimolare direttamente il nervo acustico e ripristinare così la percezione uditiva, mentre il ricevitore-stimolatore viene fissato in una tasca ossea sotto la pelle, poco sopra all’orecchio esterno. L’intera parte interna dell’impianto cocleare rimane, quindi, invisibile dopo l’intervento.

• La parte esterna (processore) è costituita da un apparecchio programmabile, simile ad una normale protesi acustica, facile da indossare, che aderisce alla pelle mediante un magnete in corrispondenza della parte interna. 

“L’intervento di impianto cocleare è estremamente delicato - continua la dott.ssa Giulia Molinari, otochirurga - perché prevede l’inserimento di un array di diametro submillimetrico all’interno della coclea, dopo aver creato un adeguato accesso nella mastoide, l’osso posto dietro l’orecchio. L’esoscopio consente di eseguire questa procedura con una visione estremamente ingrandita, nitida e tridimensionale”. L’esoscopio non rappresenta solo un avanzamento nella tecnica chirurgica in sé, ma anche un’assoluta innovazione dal punto di vista della formazione.

“Con l’esoscopio 3D il campo operatorio che viene proiettato sul monitor è osservato allo stesso modo dal primo operatore, dagli altri chirurghi e da tutto il personale in sala operatoria.” – continua la dr.ssa Molinari  - Questo non solo facilita la collaborazione tra chirurgo e strumentista durante l’intervento, ma offre una nuova possibilità di formazione per i giovani chirurghi, che hanno un accesso speciale, quindi “diretto” , allo sguardo dei loro insegnanti, fino ad ora mediato dall’interposizione del microscopio”.L’impianto cocleare non è una procedura esente da rischi: il chirurgo si trova a lavorare in uno spazio ristretto compreso tra le meningi, i vasi venosi intracranici, e il nervo facciale, un nervo importantissimo, deputato alla motilità del volto.

Per fortuna la tecnologia ci viene in aiuto anche in questo: nella sala operatoria dell'IRCCS viene eseguito routinariamente il monitoraggio intraoperatorio continuo di questo nervo, al fine di ridurre al minimo la possibilità che vi siano danni a suo carico.

L’Otorinolaringoiatria e audiologia dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola

L’Unita Operativa si occupa di tutte le problematiche del distretto testa-collo, da quelle oncologiche a quelle funzionali (udito, voce, deglutizione), e di tutti i sotto-distretti: laringe, cavo orale, orecchio, naso e seni paranasali, basicranio, ghiandole salivari. 
Per quanto riguarda l’orecchio, vengono eseguiti interventi per patologie acute (mastoiditi complicate e non), e croniche (come perforazioni timpaniche o otiti croniche colesteatomatose), sia nell’adulto che nel bambino. Inoltre, per gli adulti sono possibili diversi tipi di interventi per la riabilitazione uditiva (chirurgia dell’otosclerosi, chirurgia dell’impianto cocleare, delle protesi impiantabili per via ossea). Per erogare questi tipi di chirurgia ci si avvale di diverse tecnologie di ultima generazione, tra cui spicca, oltre all’esoscopio, l’endoscopia, una tecnica mini-invasiva, che sfrutta la via naturale del condotto uditivo esterno, per curare gran parte delle patologie dell’orecchio medio.

“La crescente attrattività dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e in particolare della nostra UO in relazione alle patologie del distretto orecchio, - spiega Molteni - determina una richiesta crescente anche di pazienti fuori regione che si rivolgono a noi per poter usufruire dei più moderni sistemi di trattamento per patologie otologiche. Questo rappresenta un aspetto su cui stiamo lavorando con impegno e dedizione, per poter rispondere sempre di più alle esigenze dei nostri pazienti”.