La biopsia transgiugulare consiste nel prelievo, mediante l’utilizzo di aghi sottili, di campioni di tessuto da analizzare in laboratorio. Il radiologo, dopo aver anestetizzato il paziente, procede con un catetere attraverso la vena giugulare interna e, una volta giunto in prossimità del fegato, preleva un piccolo frammento dell’organo. Il tessuto viene poi inviato in laboratorio per l’analisi citologica e istologica.
La procedura viene eseguita con l’assistenza del cito-patologo che esamina, in tempo reale, la consistenza del prelievo: se il materiale prelevato al primo passaggio non viene considerato adeguato è necessario effettuare, durante la stessa seduta, un secondo prelievo.
Come tutte le biopsie, la transgiugulare ha lo scopo di raccogliere un campione da inviare in laboratorio per l’analisi istologica o citologica. Viene preferita alla biopsia percutanea quando nell’addome del paziente è presente un’ascite o quando la coagulazione del sangue è molto compromessa.
Digiuno 6 ore prima dell’indagine.
Osservazione clinica presso il reparto di degenza
Malattie correlate
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