CAR-T e neurotossicità

01 Ottobre 2024

L’immunoterapia ha rivoluzionato il trattamento di alcuni tumori, prima incurabili, ed è diventata uno dei pilastri dell’innovazione per la terapia del cancro.

Si basa sul concettorivoluzionario di combattere i tumori come se fossero un’infezione, ovvero “armando” il sistema immunitario del paziente in maniera tale da riconoscere le cellule tumorali eannientarle. Tra i vari trattamenti di immunoterapia oncologica la terapia con ChimericAntigen Receptors (CAR) T-cell ha dimostrato in modo consistente la sua efficacia sui tumori ematologici. Le CAR-T rappresentano la medicina personalizzata nel campo dei tumori. Ogni dose viene sviluppata e prodotta per un singolo paziente partendo dalle suestesse cellule immunitarie. Le prime approvazioni in Italia per l’applicazione delle CAR-T riguardano tumori del sangue quali linfomi nell’adulto e leucemia linfoblastica nel bambino.Una nuova CAR-T è in fase di approvazione anche per il mieloma multiplo. Alcuni studi sonoin corso, inoltre, per testare l’efficacia delle CAR-T nelle malattie autoimmuni neurologiche(disturbi dello spettro della neuromielite ottica [NMOSD], sclerosi multipla, miasteniagravis, etc).
Questi presidi innovativi hanno un rischio di neurotossicità acuta (ICANS) a carico del SNC,riportata nel 40-70% dei casi. L’ICANS si manifesta prevalentemente con un quadro di encefalopatia frontale, caratterizzato da un’iniziale comparsa di difficoltà di attenzione, riflessi arcaici, disturbi della scrittura e dell’eloquio, con possibile evoluzione verso una afasia globale/mutismo acinetico, sopore, crisi epilettiche/stato epilettico convulsivo o nonconvulsivo (questi ultimi riportati fino al 10% dei casi). In rari casi, 1-2%, può presentarsi unquadro di edema cerebrale fulminante che spesso è fatale.
Sebbene la patogenesi dell’ICANS sia ancora incerta, la sindrome da rilascio di citochine(CRS) che precede in genere l’ICANS, ed è scatenata dall’infusione di CAR-T, potrebbe giocare un ruolo significativo nell’indurre la neurotossicità.Tuttavia, molte sono ancora le aree grigie da chiarire: la presenza di condizioni pre-disponenti, il meccanismo fisiopatologico correlato alla comparsa di manifestazioni neurologiche focali nonostante la frequente negatività del neuroimaging, le possibili strategie di prevenzione o mitigazione del danno neurologico, l’effetto a lungo termine delleCAR-T specialmente sugli aspetti cognitivi, l’incidenza di eventuali quadri di neurotossicitàtardiva, infine il “best treatment” (“escalation” o “aggressive therapy”?) della neurotossicità acuta, salvaguardando l’outcome ematologico.

Il workshop su CAR-T e neurotossicità è finalizzato a creare un gruppo di lavoro nazionaledi neurologi ed ematologi per condividere linee di ricerca e protocolli assistenziali al fine di comprendere, contenere/prevenire/curare al meglio le complicanze neurologiche correlate all’uso di CAR-T.