Chemioembolizzazione

Cos’è 

Si tratta di una procedura medica che permette la somministrazione di farmaci chemioterapici direttamente all’interno di un tumore. Tale somministrazione viene eseguita per mezzo di un catetere, introdotto attraverso un’arteria (abitualmente l’arteria femorale a livello dell’inguine o l’arteria omerale a livello del braccio) e guidato delicatamente fino al punto d’intesse. Una volta controllato il suo corretto posizionamento grazie ai raggi X si procede ad iniettare il mezzo di contrasto che permette di acquisire le immagini necessarie a valutare il numero e la sede delle lesioni neoplastiche da trattare e i vasi ad esse afferenti. Successivamente, attraverso lo stesso catetere vengono iniettate l esostanze necessarie per trattare il tumore (farmaco chemioterapico e sostanze embolizzanti).

A cosa serve 

La chemioembolizzazione viene utilizzata nel trattamenti dei tumori primitivi e secondari del fegato, in particolare quando la neoplasia non è operabile.

Come prepararsi 

È richiesto il digiuno dalla mezzanotte del giorno precedente all’esecuzione della chemioembolizzazione. I pazienti che assumono anticoagulanti devono comunicarlo anticipatamente, poiché l’esecuzione della procedura potrebbe comportare una maggiore frequenza di complicanze emorragiche. La sospensione o modifica della terapia deve essere concordata con il medico curante, essendo necessario sospendere almeno 7 giorni prima dell’indagine la somministrazione di farmaci anticoagulanti o antiaggreganti. I farmaci anti-ipertensivi, invece, possono essere regolarmente assunti anche il giorno dell’indagine.

Dopo il trattamento 

Nelle ore immediatamente successive alla procedura è raccomandabile il digiuno. Inoltre se il catetere è stato inserito attraverso l’arteria femorale il paziente deve rimanere a letto per mezza giornata, mentre se è l’accesso è avvenuto attraverso l’arteria branchiale deve mantenere il braccio completamente a riposo.
A distanza di circa 30 giorni è poi necessario eseguire una Tac o una risonanza magnetica per valutare l’efficacia del trattamento e l’eventuale necessità di nuovi trattamenti.