Chirurghi per i tumori: maggiore è l'esperienza, minori sono le complicanze e i decessi

18 Gennaio 2024

Lo evidenzia uno studio, coordinato dai ricercatori dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola e pubblicato sul British Journal of Surgery. Ne parla il prof. Matteo Rottoli al Corriere della Sera.

«Volevamo indagare la possibile correlazione tra il buon esito dell’intervento chirurgico e il verificarsi di complicanze con la tipologia di centro in cui la stessa patologia viene trattata – spiega Matteo Rottoli, primo autore della ricerca e specialista della Chirurgia del tratto alimentare all'Azienda Ospedaliero-Universitaria bolognese –.

Per essere certi dei risultati abbiamo deciso di raccogliere un elevatissimo numero di casi e che fossero provenienti da numerosi centri. Gli esiti indicano che per la cura del cancro del colon-retto è preferibile trattare i pazienti in centri che effettuano un alto volume di interventi ogni anno e con équipe con competenze e professionalità specifiche».

In particolare i dati dimostrano che il tasso di mortalità dopo la chirurgia è decisamente inferiore nei centri ad alto volume di interventi (1,5%) rispetto a quelli che operano poco (2,5%). La differenza aumenta ulteriormente nel sottogruppo di pazienti trattati per cancro del retto, patologia particolarmente complessa dal punto di vista chirurgico. In questo caso, infatti, il tasso di mortalità negli ospedali ad alto volume (0,8%) è inferiore del 63% rispetto ai centri a basso volume (dove il tasso di mortalità si attesta al 2,2%).

«Non solo - aggiunge Gilberto Poggioli,  direttore della Chirurgia del Tratto Alimentare e Urgenze al Policlinico Sant'Orsola  -: i nosocomi dove si operano meno casi risultano anche più esposti (+ 11%) alle complicanze post intervento. Hanno infatti avuto un decorso severo, cioè difficoltoso, il 48,7% dei pazienti trattati nei centri a basso volume contro il 37,7% di chi è stato curato da chirurghi esperti. Ed è più alto del 10% anche il rischio di avere un intervento per cancro del retto non radicale nei centri a basso volume: 36,5% contro il 27,7% dei grandi centri». 

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