L'idrosadenite suppurativa è una condizione infiammatoria cronica della cute nota anche come acne inversa o malattia di Verneuil. È caratterizzata da un disturbo suppurativo che coinvolge principalmente le ghiandole sudoripare, in cui concomita una componente follicolare occlusiva cronica del follicolo pilosebaceo.
Interessa l’1-3% della popolazione, maggiormente le giovani donne.
Clinicamente si manifesta con noduli ad evoluzione ascessuale, con formazione di fistole, tragitti fistolosi e sinus tracts che possono esitare con lesioni fibrotico-cicatriziali.
Si localizza in aree ricche di ghiandole apocrine, quindi principalmente ascelle, inguine, perineo e zona perianale, ma può interessare anche cosce, glutei, mammella e cuoio capelluto.
Ha un andamento cronico invalidante che progredisce inesorabilmente, con riaccensioni periodiche, causando cheloidi, contratture e immobilità che portano a grave compromissione della qualità della vita.
L'occlusione follicolare (legata all’iperproliferazione dei cheratinociti dei dotti delle ghiandole sudoripare apocrine), la rottura follicolare e una risposta immunitaria associata sembrano essere eventi importanti nello sviluppo delle manifestazioni cliniche dell'idrosadenite suppurativa.
La suscettibilità genetica, gli stress meccanici sulla cute, l'obesità, il fumo, la rasatura dei peli, la dieta e i fattori ormonali sono fattori che possono essere associati allo sviluppo o all'esacerbazione della malattia.
La diagnosi è essenzialmente clinica. Possono essere prescritte ecografie dei tessuti molli per definire la forma e la profondità delle lesioni.
Alla diagnosi, e ai controlli successivi, la gravità della malattia viene espressa dalle scale IHS e Hurley.
È importante escludere le eventuali comorbidità: insulinoresistenza, DM, obesità, assetto lipidico, ipertensione, ormoni sessuali.
È essenziale avviare una terapia comportamentale (usare abiti larghi, smettere di fumare, evitare la depilazione con lama).
Una terapia medica è sempre necessaria e si basa su detergenti antibatterici (clorexidina, zincopiritione), prodotti topici cheratolitici, antibiotici topici (clindamicina). Nelle forme più gravi si ricorre a antibiotici sistemici (tetracicline, doxiciclina, eritromicina, clindamicina, rifampicina), retinoidi sistemici (acitretina) e farmaci biologici e biosimilari (anti-TNFalfa e anti-interleuchine).
La terapia medica può essere coadiuvata da infiltrazioni di cortisonici nelle lesioni infiammate e cicatriziali, e da trattamenti chirurgici (incisione e drenaggio degli ascessi, trattamenti con laser ablativo, exeresi radicali).
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