All’interno del Centro anatomico dell’Università di Bologna si sono conclusi i lavori di edificazione di una nuova sala settoria dedicata al training avanzato post lauream su cadavere.
La sala anatomica da alta tecnologia sarà intitolata alla memoria di Marcella Mengoli, brillante studentessa di Medicina e tutor di Anatomia scomparsa in seguito ad un incidente stradale mentre frequentava il terzo anno del Corso di laurea. Per l’Alma Mater questa intitolazione «sottolinea una volta di più l’importanza della formazione continua che unisca il pre- al post-lauream per potenziare la ricerca a partire da una disciplina che rappresenta la base della Medicina stessa».
Nel 2021 il Centro di Anatomia Clinica e Chirurgia Sperimentale e Molecolare è stato accreditato a pieno titolo dal Ministero della Salute quale Centro di riferimento nazionale per la conservazione e l'utilizzazione dei corpi dei defunti. La stessa sala “Marcella Mengoli” è stata progettata per ospitare simulazioni clinico-chirurgiche ad alta tecnologia su cadavere donato alla scienza.
Le dotazioni strumentali permettono di operare con approcci open tradizionali, laparoscopici, endoscopici, microscopici, mininvasivi e con le più recenti tecnologie robotiche. La sala, completamente modulabile, permette di allestire due postazioni chirurgiche complete di ultima generazione, dotate ciascuna di lettino chirurgico, monitor a muro per chi osserva e a braccio per chi opera, lampade scialitiche, collegamenti audio-video e impianto di registrazione e streaming. Tutto ciò consente di predisporre collegamenti per trasmettere in contemporanea e in modo indipendente le attività di ciascun tavolo chirurgico sia alle aule didattiche dell'Istituto di Anatomia sia in diretta streaming. Riproducendo l’ambiente operatorio in maniera assolutamente fedele, la sala garantendo la simulazione di qualsiasi setting ad alta complessità tecnologica e dunque la possibilità di realizzare e sviluppare procedure chirurgiche e tecnologie biomedicali con l’obiettivo di ridurre il rischio intraoperatorio per il paziente e per gli operatori sanitari.
Per l’Alma Mater questa «è anche l’occasione per sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema della donazione del corpo alla scienza, gesto di profonda generosità nei confronti della collettività, che ha molteplici obiettivi e produce benefici tangibili: il miglioramento della Salute Pubblica attraverso una formazione medica di eccellenza pre- e post-lauream; la sperimentazione e il perfezionamento di tecniche chirurgiche prima di applicarle al paziente, riducendo le possibilità di errori e aumentando la sicurezza; lo sviluppo di tecnologie innovative in campo biomedicale; la sostituzione della sperimentazione animale nella ricerca e lo sviluppo di metodiche e tecnologie innovative; la creazione di banche di tessuti umani normali per studiare i meccanismi patogenetici delle malattie, individuare nuovi biomarcatori e sviluppare nuovi farmaci».