La musica ti salva

07 Novembre 2023

Nei giorni di terapia il jazzista Teo Ciavarella duetta nella sala d’attesa dell’Oncologia Medica insieme al dottor Giacomo Corradi. La sua storia testimonia una volta di più l’importanza della musica per medici e pazienti.

Teo Ciavarella è un pianista, compositore e direttore d’orchestra nato sul Gargano ma residente da tempo sotto le Due Torri. È uno dei volti più noti della scena jazz bolognese: nel corso della sua carriera ha infatti lavorato fianco a fianco con Lucio Dalla, inciso decine di album, insegnato al Conservatorio Martini di Bologna diretto dal maestro Aurelio Zarrelli (dove è tutt’ora docente di pianoforte jazz) e si è esibito, spesso in qualità di leader, insieme a diversi terzetti, quartetti e band di vario genere. Perfino in un singolare duo medico-paziente, con una sala d’aspetto al posto del palco e i pazienti in attesa a fargli da platea.

“Sto vivendo un’esperienza molto particolare come paziente qui in reparto”, racconta lo stesso musicista nei corridoi del Padiglione 2 dell’IRCCS Sant’Orsola. “Ho scoperto che qui in sala d’attesa c’è un pianoforte – donato dalla Fondazione Sant’Orsola, ndr – e ho avuto la fortuna di incontrare il dottor Giacomo Corradi”, medico in formazione specialistica dell’unità operativa di Oncologia Medica (diretta dal professor Andrea Ardizzoni) con la passione del canto. “Così, nei giorni in cui vengo a fare visite e terapie, ci esibiamo insieme per donare a pazienti e personale dei piccoli momenti di felicità”.

La scaletta dell’ultimo concerto ha spaziato tra un doveroso omaggio a Lucio Dalla (“Anna e Marco”) e un breve estratto di “Imagine” di John Lennon – “Nel nostro piccolo, un auspicio affinché la pace torni al più presto” – passando per “Feeling Good” di Nina Simone nella versione di Michael Bublé, “un brano decisamente più jazz e swing e quindi più affine allo spirito del duo”. “La musica per me è da sempre importantissima – continua Ciavarella – in questo particolare momento della mia vita, poi, ha un valore salvifico. Quando mi siedo al pianoforte dimentico ogni cosa e entro in contatto con le cose più belle che la vita può offrire. Perché la vita è una cosa meravigliosa”.

Per i pazienti oncologici, in particolare, la musica è molto importante perché “allevia i sintomi di dolore, permette di elaborare le emozioni, consente la comunicazione e la socializzazione e permette di tradurre in immagini i vissuti di profondo dolore che riguardano tanto il paziente quanto la sua famiglia – spiega la dott.ssa Luana Celano, psicologa psicoterapeuta dell’unità operativa di Oncologia Medica – Permette di dare spazio alla creatività che le persone mantengono faticosamente nel momento in cui ricevono una diagnosi di cancro. La musica ha un potere evocativo e offre un elemento di benessere a livello fisico, intellettivo, esistenziale e spirituale”.

Del resto, “come oncologi siamo abituati a prenderci cura del paziente non solo dal punto di vista della sua malattia ma anche umano”, sottolinea la professoressa Maria Pantaleo, referente del Centro Tumori Rari. “Siamo un centro di riferimento a livello regionale, nazionale ed europeo per tumori che, oltre ad essere rari, sono anche altamente complessi nella loro gestione. Solo nella nostra unità operativa gestiamo più di 400 pazienti, ma collaboriamo con tutte le unità operative del nostro Policlinico. Questo ci permette di offrire trattamenti innovativi non solo di natura medica, ma anche chirurgica, radioterapica e loco-regionale”.

Lo testimonia anche il caso dello stesso Ciavarella, seguito, oltre che dallo staff della prof.ssa Pantaleo, anche dalla Cardiologia diretta dal prof. Nazzareno Galiè. “Ci tengo a ringraziare tutto il personale del Sant’Orsola per la loro professionalità e umanità, così come l’ANT della dottoressa Raffaella Pannuti e della dottoressa Mara Menna e gli infermieri che mi seguono a casa e in reparto. Anche i carissimi amici medici musicisti, che mi sono molto vicini in questo periodo: in campo sanitario la passione per la musica è molto diffusa”.

Oltre a portare la musica in corsia, Fondazione Sant’Orsola ha contribuito a ristrutturare il Day hospital, rendendolo un reparto pieno di luce e colore, realizzando nei terrazzi delle stanze e degli ambulatori tanti piccoli giardini. Perché “avere cura di chi vive un percorso terapeutico – spiega il presidente della Fondazione Sant’Orsola Giacomo Faldella – passa attraverso l’attenzione a tutta la persona, al suo corpo, ai suoi affetti, così come al desiderio di bellezza che accompagna sempre la vita di ognuno”.

Il pianoforte storico di Steinway & Sons è stato messo a disposizione dalla famiglia Cillario, che condivide questo impegno, in ricordo di Carlo Felice Cillario, celebre direttore d’orchestra, e della moglie Vittoria, a sua volta pianista di valore.