Le principali malattie del fegato

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Cisti epaticheimmagine ecografica

Sono raccolte liquide o semi-liquide all'interno del parenchima epatico che possono presentarsi in numero di una o più di una, e possono essere semplici (rotondeggianti, ben definite, ripiene di liquido) o complesse (come accade per le cisti parassitarie). Si possono riscontrare, inoltre, in alcune condizioni patologiche congenite come la malattia di Caroli (che consiste in dilatazioni delle vie biliari intra-epatiche), o come la malattia policistica epatica (molto spesso associata a reni policistici).
Nel caso delle cisti semplici, che sono tra le forme riscontrate più comunemente, non è necessario prendere alcun provvedimento né terapeutico, né di approfondimento diagnostico; solo nel caso in cui queste cisti siano particolarmente voluminose sarà opportuno seguirle nel tempo od aspirarne il contenuto. Sono invece da trattare le cisti parassitarie; in gran parte dei casi il trattamento può essere loco-regionale e non chirurgico.
In caso di Morbo di Caroli ed di fegato policistico, è necessaria una valutazione completa multidisciplinare per valutare il migliore approccio terapeutico.
    
Lesioni focali epatiche benigne

Le lesioni focali epatiche con caratteristiche di benignità comprendono neoformazioni che possono originare dalle diverse linee cellulari presenti. I pazienti risultano prevalentemente asintomatici e la diagnosi viene posta a seguito di riscontro occasionale in corso di indagini diagnostiche eseguite per altre patologie. In alcuni casi possono comunque presentarsi clinicamente con i sintomi correlati all’effetto massa o ad eventuali complicanze vascolari. In genere non è presente modificazione dei test di laboratorio.

immagine ecograficaEmangiomi

Gli emangiomi epatici sono probabilmente le lesioni focali del fegato più comuni; sono tumori benigni di solito asintomatici e vengono riscontrati casualmente con tecniche di immagine o nel corso di interventi chirurgici eseguiti per altre ragioni. Non richiedono di essere asportati a meno che non siano di grosse dimensioni e stiano comprimendo le strutture adiacenti, con conseguenti disturbi. L'emorragia è rara e non c'è rischio di trasformazione neoplastica maligna. Una volta posta la diagnosi, è necessario procedere a controlli evolutivi a cadenza annuale.

La diagnosi può essere posta con l’ecografia e confermata con ecografia con mezzo di contrasto, TC o risonanza magnetica. La diagnosi differenziale deve essere posta con aree di accumulo di lipidi nel fegato (aree di statosi focale), adenoma, iperplasia nodosa focale, neoplasie maligne del fegato, metastasi (t. neuroendocrini, colon), lipomi, emangioendotelioma.

Aspetto ecografico: in genere si tratta di una lesione omogeneamente iperecogena, sferica, a margini ben definiti, caratterizzata da una vascolarizzazione arteriosa periferica; al color-Doppler si evidenzia in genere una esiguità o assenza di segnali vascolari rilevabili, mentre è presente un diffuso e marcato segnale all’indagine power-Doppler

immagine ecografica

Iperplasia nodulare focale

La iperplasia nodulare focale è una lesione epatica benigna, in genere singola, solo talvolta multipla. La diagnosi è spesso occasionale, nell’ambito di indagini eseguite per altre problematiche. È tipicamente una formazione solida, con un aspetto eco-Doppler e radiologico tipico, che in molti casi permette una diagnosi definitiva con le tecniche d'immagine. Le possibili complicanze sono assai rare. Per questo motivo l'intervento chirurgico non è indicato se non sono presenti sintomi.

Diagnosi La diagnosi è spesso definitiva utilizzando le tecniche di imaging (ecografia, TC, risonanza magnetica). La diagnosi differenziale va comunque posta con adenoma epatico, carcinoma fibrolamellare, colangiocarcinoma intraepatico.

L’aspetto ecografico è variabile: color-dopplerpuò presentarsi come formazione rotondeggiante iperecogena con o senza alone ecogeno, ad eco struttura omogenea o disomogenea, oppure può risultare ipoecogena o isoecogena con o senza alone ipoecogeno. In alcuni casi è possibile visualizzare la caratteristica cicatrice centrale. L’indagine con color-Doppler documenta la presenza di segnali perinodulari ed intranodulari di tipo arterioso; l’arteria centrale presenta in genere un flusso caratterizzato da alto picco di frequenza sistolico e bassi valori di impedenza.
 

Adenoma Epatocellulare

L'adenoma epatocellulare è un tumore benigno del fegato che sembra essere correlato all'utilizzo di contraccettivi orali. Può presentarsi in forma dimmagine ecograficai noduli multipli, spesso abbastanza voluminosi (anche di diametro superiore a 10 cm). All’interno delle lesioni di maggiori dimensioni possono essere presenti aree emorragiche o aree di necrosi, che possono dare talora una sintomatologia caratterizzata da dolore e collasso cardiocircolatorio. Negli adenomi non complicati i sintomi possono essere assenti o limitati a dolore o a presenza di una massa palpabile. In circa il 10% dei casi esiste rischio di trasformazione maligna; tale rischio è più alto negli adenomi di grosse dimensioni (>10 cm) e negli adenomi multipli. Le pazienti che assumono contraccettivi orali e a cui sia stato riscontrato un adenoma devono sospendere l'assunzione di tali farmaci. Se la lesione è di grosse dimensioni, superficiale, resecabile, è indicato l'intervento chirurgico. A causa del rischio di rottura dovrebbe essere evitata la gravidanza, per il rischio di incremento dimensionale degli adenomi.

Per la diagnosi è necessaria l’esecuzione di una risonanza magnetica, che risulta migliore rispetto alla TC . L’ecografia consente l’identificazione della lesione. La diagnosi differenziale deve essere comunque posta con epatocarcinoma, iperplasia nodulare focale, tessuto epatico normale, carcinoma fibrolamellare, metastasi.

L’aspetto ecografico è variabile: può essere isoecogeno, ipoecogeno o iperecogeno rispetto al tessuto epatico circostante e può contenere aree ipoecogene o anecogene che corrispondono a lacune emorragiche e/o necrotiche. Al color-Doppler è possibile rilevare segnali sia intra che peri-lesionali (strutture venose con flusso piatto a bassa velocità).

Epatocarcinoma

Carcinoma Fibrolamellare

Altri tumori maligni che insorgono primitivamente nel fegato sono il CARCINOMA FIBROLAMELLARE, che si differenzia dal tipico carcinoma epatocellulare per il fatto che tende ad interessare adulti giovani senza una preesistente malattia di fegato; questo tumore non è capsulato ma è ben delimitato e contiene lamelle fibrose. Cresce lentamente e se trattato chirurgicamente si associa ad una buona sopravvivenza; se la lesione non è resecabile, il trapianto epatico è una possibilità e l'evoluzione è migliore di quella delle varianti non fibrolamellari del carcinoma epatico.

Epatoblastoma

L'EPATOBLASTOMA è un tumore dell'infanzia tipicamente caratterizzato da livelli molto alti di alfa-fetoproteina; le lesioni sono di solito solitarie, possono essere resecate, e si registra una sopravvivenza a 5 anni migliore di quella del carcinoma epatocellulare.

Colangiocarcinoma

Il COLANGIOCARCINOMA è raro ed è stato associato con la colangite sclerosante primitiva. Queste lesioni non sono quasi mai resecabili e nel caso di trapianto di fegato recidivano invariabilmente, motivo per cui questo trattamento è controindicato. La diversione biliare, un tempo ottenuta mediante intervento chirurgico ed ora mediante inserimento di stent, sia per via percutanea che endoscopica, risolve l'ostruzione biliare, ma la prognosi rimane sfavorevole.

Angiosarcoma

L'ANGIOSARCOMA è formato da spazi vascolari delimitati da cellule endoteliali maligne; i fattori eziologici sono rappresentati dalla pregressa esposizione al diossido di torio, al cloruro di polivinile, all'arsenico e agli steroidi anabolizzanti.

Emangioendotelioma epitelioide

L'EMANGIOENDOTELIOMA EPITELIOIDE è una neoplasia border-line: nella maggior parte dei casi si comporta come una lesione benigna, ma in qualche caso degenera e possono presentarsi metastasi. Questo tumore si osserva nei primi anni dell'età adulta, si presenta qualche volta con dolore e si può rilevare all'ecografia o alla TAC. In assenza di metastasi extraepatiche, queste lesioni trattano con resezione chirurgica o, se c'è indicazione, con trapianto epatico.

Linfoma primitivo del Fegato

Il LINFOMA PRIMITIVO DEL FEGATO è una lesione relativamente rara, ma meno di quanto si ritenesse in passato, soprattutto nei pazienti con epatite da HCV. Non ha caratteristiche proprie alle tecniche d'immagine, compresa l'ecografia, e frequentemente viene correttamente diagnosticato solo in occasione dello studio di materiale prelevato con la biopsia dal nodulo.

Tumori maligni metastatici

Tra le malattie che colpiscono primitivamente il fegato alcune sono causate da difetti metabolici o difetti anatomici congeniti. Queste patologie possono manifestarsi anche fin dall'infanzia, oppure nella vita adulta in occasione di eventi scatenanti. Le più comuni tra queste (es. la sindrome di Gilbert) non sono gravi e non richiedono cure specifiche. Altre invece più rare (es atresia biliare, morbo di Caroli, ecc) sono spesso severe e possono esaurire le riserve funzionali del fegato in mesi o anni.

Le malattie più comuni del fegato sono però quelle che comportano una infiammazione dell'organo e che sono in genere causate da agenti esterni, tossici (es. alcol) o virali (es. virus epatitici). La situazione d'infiammazione viene chiamata "epatite" ed è indicata da un rialzo più o meno importante delle transaminasi (GOT e GPT, altrimenti denominate AST e ALT), della gammaGT e talora della fosfatasi alcalina. Questi enzimi (transaminasi, ecc) si dosano su un prelievo di sangue poiché vengono rilasciati dal fegato infiammato e danneggiato. Se i valori rimangono alti in diversi prelievi per tempi complessivi di almeno sei mesi si parla di epatite cronica. Anche valori di pochissimo al di sopra della norma (su almeno due dosaggi) denunciano una condizione di epatite cronica (in genere lieve), ma da accertarsi sotto la guida di un medico, possibilmente esperto nel campo. L'epatite cronica, qualunque ne sia la causa e qualunque sia il livello delle transaminasi non dà in genere importanti sintomi collaterali, ed il suo riscontro è perciò spesso una "sorpresa" per chi ne è affetto. Le forme più lievi non sono progressive o lo sono solo lentamente, mentre le forme più gravi possono dar luogo a formazione di setti fibrosi e disorganizzazione architetturale e, alla fine, portare alla cirrosi, anche nell'arco di molti anni.

Epatiti Croniche

Sono state descritte molte forme di epatiti croniche. In Italia la causa più frequente è l'epatite cronica virale da virus dell'epatite C . In diminuzione, anche grazie alla vaccinazione obbligatoria, ma tuttora discretamente frequente, specie nel Sud-Italia, è l'epatite cronica da virus dell'epatite B. Un'altra causa relativamente frequente di epatite cronica in Italia è il consumo eccessivo di alcol. Con consumo eccessivo non deve intendersi un uso che porti spesso ad essere ubriachi, ma un consumo superiore a 80 gr di alcol al giorno, che equivale ad un po' meno di una bottiglia di vino al giorno o a 4-5 bicchierini di superalcolico al dì. Per chi è un consumatore abituale tali quantità non danno ubriachezza, specie se distribuite nell'arco della giornata, ma possono danneggiare cronicamente il fegato, perlopiù in modo proporzionale alla quantità ed alla durata dell'abuso.

Epatopatia Alcolica

Le tre principali forme di epatopatia alcolica sono: steatosi alcolica, epatite alcolica e cirrosi alcolica. Queste forme raramente si presentano in forma pura e aspetti di ciascuna di esse sono spesso presenti, in vario grado, nel singolo paziente. La steatosi alcolica si manifesta nella maggior parte dei forti bevitori, ma è reversibile con la sospensione del consumo di alcol e si ritiene che non sia una condizione inevitabilmente precedente lo sviluppo di epatite alcolica o di cirrosi. Invece l'epatite alcolica cronica, è ritenuta la principale condizione precedente lo sviluppo di cirrosi. Talora l'alcol in grosse quantità può determinare un'epatite acuta, che nei casi più severi può essere a rischio di vita.

Cirrosi

La cirrosi è uno stato patologico del fegato, irreversibile, in cui la sua struttura risulta completamente sovvertita a causa del persistere delle condizioni che tendono a danneggiarlo e delle reazioni dell'organismo che tenta di difenderlo e di ripararlo. Ci sono vari tipi di cirrosi, che possono essere classificati sulla base della causa che l'ha determinata, ma le conseguenze e l'aspetto morfologico terminale sono simili in tutti i tipi.

La cirrosi implica una fibrosi "cicatriziale" dell'organo con presenza di piccole formazioni nodulari a carattere rigenerativo, e il deterioramento della funzione epatica: queste trasformazioni patologiche coinvolgono tutto il fegato e i noduli rigenerativi sono il vano tentativo di riparare il danno epatico. Nell'uomo la cirrosi rappresenta un danno permanente ed irreversibile, che costituisce lo stadio evolutivo avanzato di molte malattie del fegato; essa rappresenta in genere l'esito di una epatite cronica di lunga durata, anche se l'epatite cronica, specie se di lieve entità, può anche non raggiungere mai lo stadio di cirrosi nell'arco di una intera vita. Anche la cirrosi stessa ha un'ampio spettro di gravità e va da forme iniziali con sintomi e rischi molto scarsi o assenti (all'inizio il paziente non avverte nessun disturbo, se non saltuariamente e aspecificamente astenia, e infatti non vi è una situazione grave a rischio di vita), a forme avanzate in cui si rilevano tutti i segni tipici.

I segni e i sintomi della cirrosi sono correlati da un lato alla diminuzione delle funzioni svolte dal fegato (sintesi di alcune sostanze ed eliminazione di altre) e dall'altro al suo indurimento fibrotico, che ostacola il passaggio di sangue e determina di conseguenza un aumento della pressione nel sistema venoso portale (cioè della vena che porta il sangue dalla milza e dall'intestino al fegato). Tale condizione è chiamata ipertensione portale e si caratterizza per lo sviluppo di circoli collaterali (tra cui alcuni, quali le varici gastroesofagee, a rischio di sanguinamento) e talora per la comparsa di ascite, cioè di liquido all'interno dell'addome con suo conseguente rigonfiamento.

Il CARCINOMA EPATOCELLULARE (HCC) é il tumore maligno primitivo del fegato più frequente. Esso insorge spesso su cirrosi o molto più raramente su fegato sano; in particolare, l’epatite cronica B e C e la cirrosi alcolica sono i principali fattori di rischio.

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