La mastectomia endoscopica nipple sparing single port è un intervento chirurgico che consiste nella rimozione della ghiandola mammaria con conservazione del suo involucro cutaneo e del complesso areola-capezzolo. Rispetto alle altre tipologie di mastectomia, la principale caratteristica di questa tecnica risiede nella sua natura mininvasiva: a parità di radicalità oncologica, infatti, consente di ridurre il dolore e le complicanze post operatorie e minimizza l’impatto estetico. È tuttavia indicata in casi selezionati: l’effettiva idoneità della paziente all’intervento viene stabilita dagli specialisti senologi.
L’intervento permette di rimuovere il tessuto mammario e l’eventuale carcinoma attraverso una singola piccola incisione eseguita lateralmente al bordo mammario esterno, sulla linea ascellare anteriore. Proprio le ridotte dimensioni (appena 3-4 centimetri, la metà della tecnica standard) e la particolare posizione dell’incisione (la cui cicatrice resta di fatto nascosta sotto il braccio) comportano un indubbio vantaggio estetico nel periodo post operatorio.
Attraverso la stessa incisione viene posizionato un solo port endoscopico attraverso il quale vengono inseriti gli strumenti endoscopici necessari e una telecamera, che fornisce una visione dettagliata dell’interno del seno e che guida quindi il chirurgo nella rimozione del tessuto mammario. Nel corso dell’operazione possono anche eseguite biopsie del tessuto del capezzolo per escludere un eventuale coinvolgimento neoplastico.
Una volta terminata la fase di rimozione, l’intervento può essere completato da una fase ricostruttiva. In questo caso una protesi viene inserita nella sede mammaria sempre attraverso la stessa incisione.
L’intero intervento viene eseguito in anestesia generale e dura in genere dalle due alle tre ore.
La mastectomia endoscopica può essere eseguita sia come terapia oncologica (ossia, per rimuovere un tumore) sia come trattamento profilattico (quindi a scopo preventivo in pazienti a forte rischio di sviluppo di carcinoma mammario).
L’obiettivo principale dell’operazione consiste quindi nella rimozione del tessuto mammario. A differenza delle altre tipologie di mastectomia, però, questa tecnica consente di ridurre al massimo il danno per la cute e il sottocute e preserva il capezzolo e l’areola. Oltre all’indubbio vantaggio estetico, comunque molto importante anche dal punto di vista psicologico, la mastectomia endoscopica nipple sparing single permette anche di minimizzare il dolore, le complicanze post operatorie (come possibili ematomi, ischemia e necrosi della cute e del capezzolo) e la convalescenza.
In linea teorica la mastectomia endoscopica può essere eseguita su tutte le pazienti con indicazione per “nipple sparing mastectomy” sia a scopo terapeutico (in quanto interessate da tumore alla mammella allo stadio iniziale o che comunque non ha ancora infiltrato cute e capezzoli) sia profilattico. Le pazienti con taglie di seno più piccole sono però le candidate ideali sia in termini di chirurgia demolitiva che poi per il successivo step ricostruttivo. L’effettiva idoneità della paziente all’intervento, in ogni caso, viene stabilita dagli specialisti senologi nel corso di visite dedicate.
La paziente è inserita nel percorso multidisciplinare della Breast Unit del Policlinico di Sant’Orsola IRCCS. La consultazione pre-operatoria, in particolare, prevede di discutere con il chirurgo senologo e plastico per i dettagli dell’intervento e i relativi rischi e benefici.
Dal momento che l’intervento viene eseguito in anestesia generale, è necessario il digiuno da solidi e liquidi dalla mezzanotte. È inoltre richiesta la rimozione di smalto, gioielli, piercing e protesi dentarie e una doccia con sapone disinfettante. Può essere richiesta la sospensione di alcuni farmaci (ad esempio anticoagulanti). Nel corso della successiva degenza post-operatoria è fortemente consigliato indossare un reggiseno sanitario.
L’intervento viene eseguito in regime di ricovero: in genere la degenza dura 2/3 giorni, al termine dei quali si procede con le dimissioni.
Già poche ore dopo l’intervento la paziente può alzarsi con l’aiuto del personale sanitario. Il drenaggio posizionato in prossimità dell’incisione al termine dell’operazione viene invece solitamente rimosso in ambulatorio nei giorni successivi.
Per le prime settimane dall’intervento chirurgico è necessario evitare sforzi e attività fisiche, riprendendo gradualmente le proprie abitudini di vita. La paziente viene valutata dalle fisioterapiste del percorso per l’educazione terapeutica e le indicazioni riabilitative.
Malattie correlate
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