Microbiota intestinale e trapianto di fegato: la ricerca di un'intesa vincente

29 Novembre 2022

Il microbiota intestinale può aiutarci a prevenire le complicanze infettive del trapianto di fegato?
È la domanda a cui tenta di rispondere il progetto di ricerca del professor Giovanni Barbara che risulta tra i vincitori del Bando di ricerca finalizzata 2021 del Ministero della Salute.

Lo studio triennale promosso dal direttore delle Unità Operative di Gastroenterologia e di Medicina Interna, malattie neurovascolari ed epatometaboliche dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, infatti, mira a dimostrare l’efficacia (e la sicurezza) del trapianto di microbiota intestinale nella riduzione degli episodi di infezione grave che emergono come complicanza del trapianto di fegato.

La maggior parte dei pazienti che arrivano al trapianto di fegato presentano un’alterazione del microbiota intestinale (disbiosi), ossia di quell’ecosistema di microrganismi (batteri, ma anche virus, funghi e protozoi) che alberga nel tubo digerente. Inoltre, questi pazienti hanno un aumento della permeabilità intestinale che favorisce il passaggio di microorganismi nel torrente circolatorio che potenzialmente si diffondono in vari organi e tessuti. In questo contesto, le terapie immunosoppressive necessarie per evitare il rigetto del fegato trapiantato aumentano il rischio di setticemia e infezioni nei mesi successivi l’intervento.

Il progetto di ricerca del professor Barbara punta proprio a verificare se tale rischio possa essere prevenuto eseguendo un trapianto di microbiota intestinale prima dell’operazione. Tale procedura, del resto, si è infatti già dimostrata efficace per il trattamento di diverse altre condizioni, incluse l’infezione intestinale causate dal batterio Clostridioides difficile, e l’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola è stato riconosciuto dal Ministero della Salute come centro di riferimento per il programma nazionale di trapianto di microbiota intestinale. «Le premesse sono più che buone – commenta dunque il professor Barbara – Con questa procedura speriamo di ristabilire un sano microbiota intestinale e limitare così la diffusione dei batteri».