Ovariectomia

Cos’è 

L’ovariectomia è un intervento chirurgico che consiste nella rimozione di una o di entrambe le ovaie della paziente. Si parla, rispettivamente, di ovariectomia monolaterale o bilaterale.

L’operazione viene eseguita in regime di anestesia generale e può durare alcune ore. La procedura dipende dalla tecnica scelta dal chirurgo, dal momento che l’ovariectomia può essere effettuata sia in laparotomia che in laparoscopia. Nel primo caso l’intervento prevede l’apertura di un’unica ampia incisione a livello del basso addome, ed è solitamente più veloce ma richiede tempi di recupero più lunghi.

Nel secondo, al contrario, l’operazione risulta di gran lunga meno invasiva: gli strumenti, infatti, vengono inseriti attraverso piccoli fori praticati sulla parete addominale, e i medici portano a termine l’operazione grazie all’ausilio di uno speciale strumento dotato di telecamera (il laparoscopio, per l’appunto). +

In entrambi i casi, l’ovariectomia può essere eseguita come procedura a sé stante o come parte di un più complesso intervento chirurgico sull’apparato genitale femminile. Di frequente, infatti, la rimozione delle ovaie si abbina all’asportazione dell’utero (isterectomia) e delle tube di Falloppio (salpingectomia o annessiectomia).

A cosa serve 

L’ovariectomia è indicata per il trattamento di diverse patologie ginecologiche. In particolare, spesso l’operazione viene eseguita in caso di tumori delle ovaie, ma i medici possono scegliere di ricorrervi anche in presenza di cisti ovariche, gravidanza extrauterina o endometriosi.

A volte viene eseguita anche per il trattamento del disturbo di identità di genere e dei disturbi della differenziazione sessuale

Dopo il trattamento 

I tempi di convalescenza e d i pieno recupero dipendono molto dal tipo di procedura chirurgica scelta. Una volta terminato l’intervento, in ogni caso, la paziente viene ricoverata in osservazione per monitorare l’andamento post-operatorio.

Dopo le dimissioni, poi, i medici consigliano un periodo di riposo che può durare dalle due alle sei settimane, prima di riprendere le normali attività della vita quotidiana.

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