Deformità del piede caratterizzata da un abbassamento o dalla scomparsa dell’arco plantare.
Di solito, quando una persona si trova in posizione eretta, non tutta la pianta del piede tocca terra. In condizioni normali, infatti, la parte centrale del piede è incurvata verso l’alto in una sorta di arco (l’arco plantare, appunto) che conferisce grande elasticità e aiuta a mantenere l’equilibrio, a camminare correttamente, a correre o a saltare.
In caso di piede piatto, tuttavia, questo arco è assente, e quindi la superficie d’appoggio aumenta. Questa deformazione nella maggior parte dei casi non causa sintomi e problemi evidenti, ma a volte può provocare dolore ai piedi, alle caviglie, alle ginocchia, alle gambe o perfino nella schiena.
Durante i primi anni di vita, tutti i bambini hanno i piedi piatti. Solo con la crescita, infatti le strutture ossee del piede si rimodellano e si sviluppa l’arco plantare, che normalmente compare attorno ai 4-5 anni.
Nella maggior parte dei casi questa condizione è congenita, e cioè legata a una malformazione della struttura ossea. Talvolta, tuttavia, l’arco plantare può appiattirsi con il passare del tempo, in seguito a particolari sindromi o malattie, ad infiammazioni o danneggiamenti del tendine tibiale o a traumi come la frattura del calcagno. Tra i fattori di rischio, poi, ritroviamo l’obesità, l’invecchiamento e la pressione alta.
La diagnosi inizia in primo luogo con un esame fisico del piede del paziente. Solitamente il medico chiede al paziente di effettuare alcuni test, camminando e muovendo il piede in diverse posizioni in modo da valutarne la meccanica e la postura. In caso di dolore o sintomi particolari, poi, lo staff ortopedico può prescrivere anche radiografie, Tac, ecografie o risonanze magnetiche, in modo da valutare la presenza di malformazioni ossee.
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