Si tratta di un esame radiologico che sfrutta la tecnologia dei raggi X per evidenziare in modo differente le diverse strutture che si trovano all’interno dell’addome. Nelle immagini prodotte dall’esame, infatti, le ossa appaiono molto più chiare e compatte rispetto agli altri tessuti, e sono quindi facilmente distinguibili, mentre gli organi sono più suri. Per la durata dell’esame (in genere non più di cinque minuti) l’addome viene scansionato con un’apparecchiatura radiografica posta in un’apposita saletta protetta. Le tecniche sono diverse a seconda della precisa finalità dell’esame, e il paziente può essere in disteso su un lettino o in piedi. L’esposizione ai raggi X, in ogni caso, non è pericolosa e la procedura non è invasiva.
La radiografia dell’addome viene utilizzata soprattutto per l’individuazione di calcoli renali o alla colecisti. In alcuni casi può essere utilizzata anche per ricercare corpi estranei o per sospette occlusioni o perforazioni intestinali. Spesso si tratta di un esame di monitoraggio o preliminare ad altri approfondimenti, affidati in genere a risonanze magnetiche e Tac del torace.
Se la radiografia è prescritta per sospetti calcoli è bene non assumere cibi contenenti fibre per almeno un giorno. Inoltre è consigliabile svolgere un clistere un’ora prima dell’inizio dell’esame.
Una volta terminata la radiografia, il paziente può riprendere le normali attività quotidiane.
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