La sindrome da iperstimolazione (OHSS) ovarica è una patologia iatrogena, cioè causata da una terapia medica. In particolare, tale sindrome può interessare le donne che si sottopongono al trattamento per l’induzione dell’ovulazione.
L’OHSS si caratterizza per un aumento di volume delle ovaie, che diventano gonfie e dolorose. I sintomi variano in base alla gravità della sindrome, che si presenta in forma lieve o severa e che tende a migliorare o peggiorare nel corso del tempo.
Le pazienti affette da OHSS lieve o moderata possono infatti lamentare fastidi o dolori addominali, nausea, diarrea, gonfiore addominale e aumenti improvvisi di peso. Tali sintomi si manifestano, accentuati, anche nella forma severa della sindrome: in questo caso il dolore addominale è particolarmente forte, e si accompagna a nausea e vomito persistenti, rapido e significativo aumento di peso (anche 15-20 chili nell’arco di dieci giorni), formazione di trombi nelle gambe, fiato corto.
La sindrome da iperstomalazione ovarica, come anticipato, è legata alla terapia medica per l’induzione dell’ovulazione, utilizzata ad esempio nelle tecniche di procreazione assistita.
In ogni caso, va chiarito che la sindrome non rappresenta una conseguenza inevitabile della terapia. Al contrario, colpisce solo un numero limitato di pazienti, almeno per quanto riguarda la sua forma più grave.
Lo staff medico esegue innanzitutto un accurato esame fisico, analizzando i sintomi riportati dalla paziente. Dopo tale passaggio la diagnosi viene in genere accertata attraverso l’esecuzione di un’ecografia pelvica e di specifici esami del sangue.
L’OHSS tende a risolversi spontaneamente nell’arco di una settimana o due. Ciononostante, i medici possono prescrivere alcune terapie (somministrazione di farmaci antinausea o antidolorifici o drenaggio di eventuali raccolte di fluidi) per alleviare i sintomi. La situazione deve essere inoltre continuamente monitorata mediante ecografie e test del sangue. In caso di sindrome severa, infine, è probabile che la paziente venga ricoverata in ospedale.
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