Termoablazione con microonde

Cos’è 

Questa tecnica chirurgica viene utilizzata per trattare alcuni tumori del fegato e dei reni che non possono essere sottoposti a resezione chirurgica o operati diversamente. Di fatto, consiste nella bruciatura delle cellule tumorali, ottenuta grazie al calore indotto con le microonde.
La procedura, eseguita sotto guida ecografica e in anestesia locale o totale, prevede infatti l’inserimento di un apposito ago collegato ad un generatore di microonde, in grado di aumentare la temperatura all’interno del tumore fino a 100°C. La durata del trattamento è variabile e dipende dal numero di noduli da trattare: in genere, comunque, la preparazione dura circa mezz’ora, mentre la procedura vera e propria non richiede più di 12 minuti a ciclo.

A cosa serve 

Il calore irradiato dall’ago serve a distruggere le cellule, avviando così un processo di necrosi (morte) della massa tumorale. Le valutazioni sull’effettiva efficacia dell’intervento vengono effettuate attraverso ecografie e Tac a distanza di qualche mese dall’operazione. Nella maggior parte dei casi, comunque, la Termoablazione con microonde non rappresenta un rimedio definitivo: la neoplasia tumorale viene infatti ridotta, ma non eliminata completamente (qualche residuo rimane a ridosso de vasi sanguigni).

Come prepararsi 

Questa procedura interventistica viene eseguita in regime di ricovero. Al momento dell’ingresso vengono effettuati gli esami del sangue, un elettrocardiogramma e una radiografia al torace. Se tutti gli esami sono nella norma il trattamento viene solitamente eseguito già il giorno successivo.
Si raccomanda di non assumere farmaci con potere anticoagulante (aspirina, farmaci anti-infiammatori non steroidei, anticoagulanti) nella settimana precedente la manovra terapeutica, poiché aumenterebbero il rischio d sanguinamento

Dopo il trattamento 

Una volta terminata l’operazione, il paziente viene ricoverato in regime di degenza ordinaria, monitorando i suoi parametri vitali. Il giorno successivo vengono eseguiti altri esami ematici e un’ecografia con mezzo di contrasto. In assenza di complicanze il paziente può essere dimesso.
L’efficacia dell’intervento viene valutata ad un mese di distanza, mediante l’esecuzione di una Tac ed un’ecografia con mezzo di contrasto. I controlli successivi vengono programmati ogni tre mesi.