Trovare nuove armi nella guerra al cancro del colon-retto

06 Dicembre 2022

È questo, in estrema sintesi, l’obiettivo del progetto di ricerca guidato dalla dottoressa Michela Sgarzi premiato dal Bando di ricerca finalizzata 2021 del Ministero della Salute.

«Negli anni la comunità scientifica ha identificato quattro diversi sottogruppi della malattia, basati su altrettanti sottotipi molecolari (noti come CMS – Consensus Molecular Subtypes) – spiega in merito la giovane ricercatrice dell’Irccs Policlinico di Sant’Orsola – per il CMS1, che è anche uno dei più aggressivi agli stadi più avanzati, le terapie attualmente conosciute sono poco efficaci. Ecco, con il nostro studio vorremmo testare nel cancro del colon la validità di una terapia a base di farmaci anticorpo-coniugati (ADC), ovvero tossine abbinate ad anticorpi».

Il tumore del colon-retto rappresenta il 10 per cento di tutte le neoplasie diagnosticate nel mondo, percentuale che lo rende uno dei tumori più frequenti (è al terzo posto per incidenza dopo il cancro del seno femminile e del polmone). La ricerca della dottoressa Sgarzi si concentra in particolare su uno dei sottogruppi del tumore e rappresenta il proseguimento dello studio (pubblicato pochi mesi fa sulla prestigiosa rivista “Journal of Experimental & Clinical Cancer Research”) che per la prima volta ha dimostrato il ruolo centrale per lo sviluppo della malattia di un recettore di membrana chiamato ALK, proteina già nota per avere un ruolo nella formazione di diversi tipi di neoplasia (ad esempio il tumore del polmone e il neuroblastoma). In particolare, le analisi dei ricercatori dell’Università di Bologna hanno dimostrato che i pazienti CMS1 che presentano alti livelli di ALK nel tumore tendono ad avere una sopravvivenza ridotta e che, pertanto, farmaci diretti contro ALK risultano efficaci nel trattamento di questo specifico sottotipo di pazienti con tumore del colon-retto.

Una scoperta di portata significativa specie se si considera che già oggi sono disponibili inibitori molto efficaci del recettore. Ora, però, il progetto di ricerca triennale della dottoressa Sgarzi intende fare un passo ulteriore. Grazie alla collaborazione con la ricercatrice Yael Mossè del Children’s Hospital of Philadelphia, infatti, lo studio intende superare gli attuali limiti degli inibitori (farmaci che nel lungo periodo tendono a perdere la loro efficacia) testando specifici farmaci anticorpo-coniugati in modo da sviluppare una nuova strategia terapeutica per i pazienti affetti da cancro colon-rettale.