UREC: se la spia di un problema diventa anche la sua soluzione

17 Ottobre 2023

Una ricerca dell’IRCCS Sant’Orsola analizza le potenziali applicazioni terapeutiche delle cellule epiteliali renali individuate nelle urine dei pazienti sottoposti a trapianto di rene.

Lo studio, pubblicato sulla rivista “Cells” dall’unità operativa di Nefrologia, dialisi e trapianti diretta dal professor Gaetano La Manna, si concentra in particolare sugli organi derivati da donazione a cuore fermo (DCD). I trapianti che rientrano in questa casistica sono in costante crescita da anni, ma devono ancora far fronte ad alcuni problemi. Su tutti, il danno da ischemia-riperfusione.

Al termine dell’intervento chirurgico, infatti, la ripresa della circolazione sanguigna che segue ad un tempo di ischemia più o meno prolungato può creare una condizione di infiammazione e stress che danneggia i tessuti coinvolti. E che, nei casi più gravi, può portare fino ad un’insufficienza renale acuta
L’organo risponde a questo processo incrementando l’espressione di un particolare tipo di cellule: le UREC. Tali cellule epiteliali renali vengono infatti individuate e isolate in maggiore quantità soprattutto nei pazienti affetti da sofferenza renale (mentre risultano decisamente più rare nei pazienti sani)

Lo studio dell’IRCCS Sant’Orsola si è concentrato proprio sulle caratteristiche e sulle potenziali  applicazioni terapeutiche di queste cellule. E ha scoperto alcuni dettagli promettenti: “In base ai risultati delle analisi condotte in laboratorio dal team di biologhe e biotecnologhe del nostro gruppo (composto da Diletta Conte, Valeria Pizzuti, Emma Balducelli e Chiara Donadei), le UREC sembrano avere un potere di immunomodulazione, ossia la capacità di influenzare la risposta del sistema immunitario”, spiega la professoressa Giorgia Comai, responsabile dell’attività clinica del trapianto di rene dell’unità operativa

In futuro, insomma, si può ipotizzare di usare queste cellule a scopo sia diagnostico che terapeutico.
“Le UREC rappresentano potenzialmente tanto la spia quanto la possibile soluzione di un danno renale. La loro presenza nelle urine va infatti considerata come marcatore di una sofferenza in essere – continua Comai - Ma non solo: se raccolte, espanse e infuse nel paziente, queste cellule potrebbero anche influenzare la risposta del sistema immunitario in funzione anti-rigetto”