Endometriosi: il progetto di formazione "Mona Lisa Smile" per diagnosticarla in adolescenza

28 Marzo 2024

28 marzo. In occasione della Giornata Mondiale sull'Endometriosi, per sensibilizzare e promuovere la consapevolezza su questa patologia, il Sant'Orsola presenta un progetto innovativo: Mona Lisa Smile.

Il progetto “Mona Lisa Smile” è il primo progetto europeo nell’ambito del programma Erasmus+ dedicato alla formazione dei medici (specialisti e specializzandi in Ginecologia e Ostetricia e in Medicina Generale) in tutta Europa. Il progetto si pone come obiettivo la diagnosi precoce dell’endometriosi nell’adolescente.
L’Università di Bologna è capofila del progetto, con il coordinamento dell’équipe della Ginecologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana dell’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna Policlinico di Sant’Orsola, diretta dal prof. Renato Seracchioli e da anni impegnata nella ricerca sull’endometriosi e sul dolore pelvico.

Il progetto coinvolge altri 5 partner europei: l’IRCCS Azienda Ospedaliero Universitaria di Bologna Policlinico di Sant’Orsola in Italia, l’Università di Siena, l’Università di Liège in Belgio, l’Università di Madrid in Spagna e l’Università di Skane in Svezia.
L’endometriosi è una malattia benigna che colpisce il 10-15% delle donne in età fertile, responsabile di dolore pelvico ed infertilità con conseguente peggioramento della qualità di vita. La malattia può colpire le donne fin dall’adolescenza, ma la diagnosi precoce, soprattutto nelle giovani, rappresenta ancora una sfida. Il ritardo diagnostico stimato è di circa 7 anni dall’insorgenza dei primi sintomi. Questo ritardo è probabilmente dovuto ad una inadeguata conoscenza della patologia da parte del personale sanitario, unitamente agli aspetti peculiari della malattia nelle pazienti più giovani, tali da far paragonare l’endometriosi nell’adolescente al sorriso enigmatico e misterioso di Mona Lisa, sottolineandone le difficoltà diagnostiche.

Il team del progetto ‘Mona Lisa smile’, che è iniziato a dicembre 2022 e terminerà a fine maggio 2024, ha realizzato con la collaborazione del Settore Tecnologie per l'innovazione didattica del CESIA dell’Università di Bologna un corso gratuito di formazione a distanza MOOC (Massive Open Online Course); di seguito il link per l’iscrizione al corso:
https://book.unibo.it/courses/course-v1:Unibo+MLS101+2024_E1/about

Altro strumento formativo gratuito a cui i partner stanno lavorando è la realizzazione di una applicazione mobile (app), anch’essa finalizzata a promuovere la diagnosi precoce dell’endometriosi nell’adolescente tra i professionisti sanitari.

Per tutte le informazioni: monalisasmile.eu/

Ne ha parlato anche la dr.ssa Simona Del Forno dell'Unità di Ginecologia e Fisiopatologia della Riproduzione Umana dell'IRCCS Sant'Orsola a Skytg24

Approfondimento:
Cos’è l’endometriosi?
Si tratta di una patologia infiammatoria benigna a andamento cronico e recidivante, caratterizzata dalla presenza di tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina in cui è normalmente contenuto. «L’utero ha una cavità uterina ricoperta da un tessuto, l'endometrio, che nella donna in età fertile cresce ogni mese per prepararsi ad una gravidanza – spiega il professor Seracchioli - Se la gravidanza non c'è allora il tessuto viene espulso con il ciclo mestruale. Quando però l'endometrio si accumula in zone anomale e diverse dalla cavità uterina, diventa patologico e si parla di endometriosi».
Nella maggior parte dei casi l’endometrio si accumula nelle ovaie, nell’utero, nell’intestino, nella vescica o nelle vie urinarie. Più raramente l’endometriosi può presentarsi anche in sedi distanti dall’apparato genitale e quindi potenzialmente in altri organi o tessuti del nostro corpo.

Quali sono i sintomi
La malattia ha un impatto notevole sulla qualità della vita della donna sia in termini di dolore fisico che di ripercussioni psicologiche (in particolare per il potenziale impatto negativo sulla fertilità). Quando presenti, in ogni caso, le manifestazioni cliniche possono variare e sono comunque potenzialmente sovrapponibili a quelle di altre sindromi dolorose pelviche: anche questo aspetto contribuisce a rendere così difficoltosa la diagnosi.
I sintomi più comunemente associati alla malattia sono:
- Dismenorrea (dolore durante la mestruazione)
- Dispareunia (dolore durante i rapporti sessuali)
- Dolore pelvico cronico (dolore al basso ventre presente tutti i giorni del mese o quasi, a prescindere dalle mestruazioni)
- Disuria (dolore alla minzione)
- Dischezia (dolore alla defecazione)

Possono inoltre essere presenti disturbi intestinali e urinari, così come sensazione di stanchezza e di affaticabilità, ridotta tolleranza allo sforzo fisico ed eventualmente dolore alla schiena o alle gambe. Lo stato infiammatorio può inoltre «determinare un'alterazione dell'apparato riproduttivo a causa delle aderenze che sono collegate ad una riduzione della fertilità – prosegue Seracchioli -. Dunque l'endometriosi può essere associata a una difficoltà di avere gravidanze. Non in tutti i casi, s'intende, ma una donna su due può avere difficoltà. Fortunatamente c'è un 20-25% che non presenta la malattia in forma invasiva ma che, senza sintomi, riesce a vivere la quotidianità normalmente. In caso di forti dolori mestruali, comunque, è importante fare un controllo».

Il percorso diagnostico
L’ipotesi di endometriosi parte sempre dalla valutazione della storia clinica della paziente. La visita specialistica ginecologica prevede un’accurata anamnesi e mira a indagare l’aspetto riproduttivo, il dolore della paziente e la presenza in famiglia di parentele affette da endometriosi (esiste infatti una predisposizione genetica per lo sviluppo di questa patologia). Viene quindi eseguita un’ecografia pelvica svolta da un operatore esperto, a cui spetta anche il compito di valutare la necessità di esami di secondo livello (come per esempio la risonanza magnetica nucleare o la colonscopia).

Le terapie
L’endometriosi è una malattia cronica che richiede un trattamento personalizzato nel lungo termine. Il principale scopo terapeutico è rappresentato dal miglioramento dei sintomi, dalla prevenzione delle recidive e dal rallentamento della progressione della malattia.
Tenendo conto di diversi fattori (età, desiderio di gravidanza, tollerabilità della terapia proposta, severità del quadro clinico e estensione della malattia), gli specialisti propongono una terapia individualizzata sulla singola paziente. Tra le varie possibilità terapeutiche figurano la terapia medica ormonale (che può essere assunta in varie modalità), l’utilizzo di farmaci analoghi del GnRH (terapia di seconda scelta e solo per brevi periodi di tempo) e l’approccio chirurgico, che viene però riservato ai casi in cui non si riesce ad ottenere un controllo della sintomatologia dolorosa con la terapia medica oppure nei casi in cui questa sia controindicata o rifiutata dalla paziente.