La sindrome algodistrofica è una condizione cronica caratterizzata da dolore molto intenso e continuo a carico degli arti.
L’Algodistrofia colpisce in modo imprevedibile braccia, gambe mani e piedi. Il dolore che coinvolge tali strutture è infatti intenso e può perdurare costantemente per giorni o settimane, per poi scomparire e rispuntare nuovamente senza una tempistica precisa. Le manifestazione cliniche di tale dolore sono sproporzionate rispetto agli stimoli, e gli arti e le articolazioni colpite appaiono ipersensibili al fastidio. Nelle zone colpite dalla malattia possono inoltre verificarsi edemi ed eritemi, oltre ad un aumento della temperatura locale e della sudorazione. Il paziente a volte riferisce di sentire l’arto come “estraneo” al resto del corpo e possono insorgere anche tremori e difficoltà di movimento.
Le cause della sindrome non sono ancora state individuate con certezza. Insorge spesso, ma non necessariamente, dopo un trauma come la frattura di Colles, ustioni, tagli e distorsioni.
La diagnosi dell’Algodistrofia è tutt’altro che semplice, soprattutto a causa della mancanza di un test specifico e della genericità dei sintomi descritti. L’iter di indagine prevede, oltre ad un accurato esame obiettivo e all’anamnesi del paziente, il ricorso ad esami del sangue e radiologici. L’esame più indicato è l’osteoporosi maculata, ma per dare risultati significativi richiede una latenza della malattia di alcune settimane, e risulta quindi inutile ai fini di una diagnosi preventiva. A volte i medici prescrivono anche risonanze magnetiche e scinografie ossee.
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