Allarme tubercolosi

25 Marzo 2022

25 marzo. Convegno a Pavia per la Giornata Mondiale contro la tubercolosi – Differenze e affinità col Covid-19 – Come intervenire.

Un’occasione persa. La tubercolosi poteva essere un’ottima palestra per affrontare al meglio la pandemia di Covid-19, ma così non è stato.

Questa ed altre considerazioni sulla situazione sanitaria italiana ed internazionale verranno discusse il 25 marzo a Pavia in occasione del TB Day 2022, la Giornata Mondiale contro la Tubercolosi che ogni anno viene celebrata in tutto il mondo per ricordare la scoperta del bacillo di Koch e che in Italia è organizzata da Stop TB Italia Onlus.

Ma l’occasione mancata dal Covid-19 (che avrebbe potuto rifarsi alla centenaria esperienza di cura della tubercolosi) non è ancora del tutto persa se i Paesi economicamente progrediti sapranno interpretare le connessioni tra le due malattie ed agire di conseguenza. Cioè soprattutto estendendo la campagna di vaccinazione anche ai Paesi più poveri, dove l’incidenza della tubercolosi è rovinosamente tornata indietro di parecchi anni, sia per numero di casi che di decessi.
Innanzi tutto le evidenze. Nel 2020, durante la pandemia Covid-19, i decessi per tubercolosi nel mondo sono aumentati, invertendo la tendenza al ribasso che si era faticosamente innestata dal 2005. E la ragione è principalmente da attribuire alla mancanza di prevenzione che non si è potuta effettuare e che andrà inevitabilmente ad accentuarsi anche nei prossimi anni. Una perdita di capacità diagnostica che produrrà sempre più morti.

In effetti le affinità tra Covid-19 e tubercolosi sono molte. Entrambe le malattie sono contagiose e trasmissibili, si diffondono per via aerea e colpiscono prevalentemente l’apparato respiratorio, ma non solo. Per entrambe i vaccini esistenti abbassano la mortalità ma non la morbilità, ed entrambe si possono controllare con dispositivi di protezione individuali (mascherine, igiene delle mani, distanziamento).
Altrettanto importanti sono però le diversità. La mortalità nella tubercolosi è più alta, così come molto più esteso è il suo periodo d’incubazione. Per contro il Covid-19 si diffonde in maniera molto più veloce della TB ma soprattutto gode di una “percezione” collettiva elevatissima instaurata dai grandi mezzi di comunicazione mentre la tubercolosi sembra essere “dimenticata”, anche a livello diagnostico, con conseguente calo nei finanziamenti per la ricerca.

Ancora oggi, 140 anni dopo la scoperta del bacillo responsabile, si muore percentualmente più di tubercolosi che di Covid-19. Un nonsenso assurdo che pneumologi, infettivologi e igienisti discuteranno sia a livello scientifico che organizzativo nel corso di un’intensa giornata di lavori che metterà a confronto esperienze, ricerche e proposte. Dagli investimenti in ricerca per nuovi farmaci e vaccini all’istituzione di nuovi presidi diagnostici, dalla informatizzazione dei dati alla formazione di personale.

E la scelta della sede universitaria di Pavia non è stata casuale, come espresso dal titolo del convegno “Ritorno al futuro”. Fu infatti a Pavia che 140 anni fa venne introdotto il pneumotorace artificiale da parte di Francesco Forlanini, primo al mondo a proporre una terapia per la tubercolosi, una malattia che allora decimava la popolazione e rappresentava un problema sanitario e sociale gravissimo.
Come dire: niente di nuovo sotto il sole, ma anche per esprimere speranza in un futuro più efficiente e consapevole.