Cistectomia parziale

Cos’è 

La cistectomia parziale è un intervento chirurgico che consiste nell’asportazione di una parte della vescica, l’organo cavo che è deputato all’accumulo dell’urina proveniente dai reni. In alcuni casi l’operazione prevede anche la rimozione dei linfonodi loco-regionali: questo accade, ad esempio, quando la cistectomia viene eseguita per il trattamento di un tumore.

A differenza della cistectomia radicale, questa metodica chirurgica non prevede una demolizione (e conseguente ricostruzione) totale delle vie urinarie. Vengono infatti asportate solo una o più porzioni della vescica, che deve essere poi richiusa e ricollegata a ureteri e uretra. Nel corso degli anni le innovazioni tecnologiche e, più in generale, il progresso in campo medico hanno permesso di sviluppare diverse tecniche per portare a termine questa operazione.

• Cistectomia parziale a cielo aperto (o laparotomica). Si tratta della via più tradizionale e, oggigiorno, meno utilizzata, in quanto particolarmente invasiva. In questo caso, infatti, l’asportazione parziale della vescica viene portata a termine aprendo un’incisione di diversi centimetri nell’addome. Attraverso questa apertura i chirurghi operano direttamente sulla vescica e sulle strutture vicine.
• Cistectomia parziale laparoscopica. A differenza della chirurgia laparotomica, l’approccio laparoscopico non prevede l’apertura di un’unica grande incisione, ma bensì la creazione di fori di più piccole dimensioni (sempre a livello dell’addome) attraverso cui i medici infilano i propri strumenti. L’intervento viene quindi portato a termine grazie all’ausilio di uno strumento ottico flessibile dotato di luce e telecamera. Grazie a questo dispositivo, che è collegato ad un monitor presente in sala operatoria, i chirurghi possono procedere alla rimozione degli organi.
• Cistectomia parziale robotica. Questa tecnica segue lo stesso principio della procedura laparoscopica: gli strumenti necessari all’operazione, in altre parole, vengono sempre inseriti nel corpo del paziente attraverso piccole incisioni aperte sull’addome. A differenza di quest’ultima, tuttavia, l’operazione viene portata a termine grazie all’ausilio di bracci robotici, controllati dai chirurghi tramite un’apposita consolle, e offre quindi risultati più precisi.

I chirurghi scelgono l’approccio migliore tenendo conto dello stato di salute del paziente e delle caratteristiche della patologia. In ogni caso, l’operazione viene eseguita in anestesia generale e può avere una durata variabile tra i 60 e i 120 minuti.

A cosa serve 

Nella maggior parte dei casi questo intervento viene prescritto per rimuovere lesioni benigne che interessano segmenti specifici della parete vescicale, come il leiomioma e il fibroma, o di diverticoli vescicali.

La procedura può essere indicata anche in presenza di cancro vescicale, anche se più spesso l’aggressività e l’estensione di questa patologia richiedono l’esecuzione di una cistectomia radicale.

Come prepararsi 

In genere il paziente viene ricoverato il giorno stesso dell’intervento. È necessario presentarsi all’appuntamento a digiuno dalla mezzanotte, e si consiglia di assumere una cena leggera la sera precedente.

Dopo il trattamento 

Una volta ultimata l’operazione il paziente viene ricoverato in degenza, dove dovrà rimanere allettato per almeno un paio di giorni. A circa 48-72 ore di distanza dall’operazione viene solitamente rimosso il drenaggio vescicale ed è possibile riprendere a camminare e ad alimentarsi normalmente.

Le dimissioni vengono valutate in base alla capacità di minzione: se non insorgono complicazioni e il paziente riesce a urinare senza particolari fastidi, è possibile lasciare il Policlinico.

Per circa un mese è consigliata l’astensione da sforzi fisici intensi. In presenza di dolori o sintomi persistenti a livello pelvico è bene recarsi dal medico o in ospedale, e a distanza di 60 giorni dall’intervento viene comunque prescritta un’ecografia di controllo.

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