Codice Estate

Di cosa parliamo, come preveniamo e cosa possiamo fare in caso di sintomi lievi e gravi in caso di:

Colpo di calore

Il colpo di calore nasce da un aumento anomalo della temperatura dell’organismo oltre i 40°C

Il caldo può alterare il sistema di regolazione della temperatura corporea e comportare diversi problemi di salute soprattutto per soggetti fragili, come gli anziani o persone con patologie croniche, che hanno una limitata capacità di termoregolazione fisiologica o minori possibilità di mettere in atto comportamenti protettivi.

Gli effetti del caldo sulla salute vanno da sintomi lievi a sintomi di maggiore entità fino ad effetti più gravi che possono determinare il ricorso al Pronto Soccorso o il ricovero in ospedale.

Un primo mito da sfatare riguarda la “luce”: il colpo di calore può verificarsi quando ci si trova esposti ad una temperatura troppo alta, non importa se al sole o all’ombra.

Con quali sintomi? Comparsa di improvviso malessere generale, mal di testa, nausea, vomito, sensazione di vertigine, stato d’ansia, stato confusionale fino alla perdita di coscienza. La temperatura corporea aumenta rapidamente (in 10-15 minuti) fino anche a 40-41° C.

Cosa fare se riconosci questi sintomi in te o in chi ti sta intorno?

  • Spostati in un luogo fresco il prima possibile e misura la temperatura corporea
  • Bevi acqua
  • Posiziona impacchi freddi su collo, ascelle e inguine, ventilando continuamente e spruzzando la pelle con acqua a 25–30 °C
  • Non somministrare farmaci, come ad esempio acido acetilsalicilico o paracetamolo

Se la persona presenta convulsioni, allucinazioni e/o perdita di coscienza, chiamare immediatamente il 118

Cosa possiamo fare per prevenire un colpo di calore?

  • Evitare di uscire nelle ore più calde (11-18)
  • In casa schermare le finestre con tende che blocchino il passaggio della luce, ma non quello dell’aria
  • Chiudere le finestre nelle ore più calde della giornata e tenerle aperte durante la notte e nelle prime ore del mattino, così da permettere il necessario ricambio d’aria
  • L’impiego dell’aria condizionata è utile ma vanno evitate temperature troppo basse regolando il termostato in modo tale che la temperatura ambiente sia pari a 24-26° C
  • Il ventilatore deve essere usato con cautela in quanto può causare disidratazione, soprattutto nelle persone costrette a letto. È comunque sconsigliato il loro uso quando la temperatura all’interno dell'abitazione è molto elevata (32°C) e il ventilatore non deve essere mai indirizzato verso le persone, ma regolato in modo da far circolare l’aria in tutto l’ambiente
  • Fare bagni o docce con acqua tiepida per abbassare la temperatura corporea, evitando però bruschi sbalzi di temperatura, che possono provocare ipotermia soprattutto in bambini e anziani
  • Bere almeno 2 litri di acqua al giorno
  • Limitare il consumo di bevande con zuccheri aggiunti, caffè e alcolici. E’ importante bere, anche in assenza dello stimolo della sete
  • Mangiare 5 porzioni di frutta e verdura di stagione
  • Consumare pasti leggeri, preferire la pasta e il pesce alla carne, evitando i cibi elaborati e piccanti. Evitare i pasti abbondanti, preferendo quattro, cinque piccoli pasti durante la giornata
  • Indossare vestiti traspiranti, cappelli leggeri per proteggere la testa dal sole, occhiali con filtri UV e crema solare.

Eritema solare

L’eritema solare è un’infiammazione cutanea dovuta all’esposizione prolungata alla luce solare. La maggior parte dei raggi che ci arrivano sono raggi UVA (95%) e raggi UVB che rappresentano il 5%. Gli UVB penetrano l’epidermide e sono responsabili dell’eritema, della desquamazione della cute danneggiata e della produzione di melanina. Gli UVA invece penetrano in profondità e, insieme agli UVB, sono responsabili dell’invecchiamento cutaneo e possono favorire la cancerogenesi.

Come prevenire l'eritema solare:
Per prevenire le ustioni da sole, è molto importante applicare creme solari con un fattore di protezione dai raggi UVB e UVA +30 o +50 almeno 15-30 minuti prima dell’esposizione al sole. È importante inoltre ripetere l'applicazione della protezione più volte al giorno, soprattutto dopo i bagni in mare o in piscina.

Se possibile, evita l’esposizione al sole nelle ore centrali (tra le 10:00 e le 14:00).
 
Sintomi:
Le ustioni da sole determinano spesso eritema (ustione di 1° grado) ma in alcuni casi possono formarsi anche bolle con edema (ustione di 2° grado). I sintomi più comuni sono arrossamento della cute, dolore e bruciore anche al minimo contatto con i vestiti e prurito. In alcuni casi si può presentare febbre.

Cosa fare in caso di eritema solare?
La prima cosa da fare è evitare nuove esposizioni ai raggi solari e indossare vestiti preferibilmente di cotone per ridurre l’irritazione cutanea. Per attenuare i sintomi comuni:

  • Fai una doccia fredda e/o applica garze di cotone bagnate con acqua fredda.  Possono darti sollievo e contrastare rapidamente l’effetto irritativo-infiammatorio.
  • Puoi detergere la cute con una soluzione di acqua fredda e amido di mais che ha un effetto lenitivo.
  • Puoi tamponare la cute con un asciugamano di cotone senza strofinare e applicare garze di cotone bagnate in camomilla fredda o pasta all’acqua.
  • Puoi ricorrere all’applicazione di creme o unguenti acquistabili in farmacia. Se il dolore è molto intenso è possibile assumere per bocca antidolorifici (ad esempio paracetamolo), come d’abitudine in caso di dolore.

Attenzione: È controindicata l’applicazione topica di creme antistaminiche per il rischio di scatenare una dermatite allergica da contatto.

Per tutti i dubbi su quale farmaco assumere, puoi consultare il tuo medico di base o di continuità assistenziale.

È importante non dimenticare l’idratazione: bevi almeno 1.5-2 litri di acqua al giorno.

Quando rivolgersi a un medico o al 118?
In caso di febbre superiore ai 38°C o se l’ustione si estende e le bolle si rompono manifestando segni di infezione.

Punture di api, bombi, vespe o calabroni

D'estate aumenta la presenza di insetti imenotteri tra cui troviamo le api, i bombi, le vespe e i calabroni. In Italia si stima che oltre cinque milioni di persone vengano punte da questi insetti che sono dotati di un pungiglione collegato a una ghiandola che contiene un veleno. La gravità della puntura dipende dalla dose di veleno inoculato e dalla predisposizione e precedente sensibilizzazione.

Esistono infatti 2 tipi di reazione: quella allergica e quella non allergica. Circa il 3-5 % degli individui può andare incontro a una reazione allergica sistemica grave.

Come prevenire le punture di questi insetti?

- Non indossare vestiti scuri o di colore vivace
- Non camminare scalzi
- Non lasciare cibi e bevande scoperte se si mangia all’aperto
- Non viaggiare con i finestrini aperti in auto
- Se possibile applicare zanzariere alla finestre
- In presenza di imenotteri cerca di allontanarti lentamente senza correre o agitarti

Cosa succede quando veniamo punti?

L’area della cute interessata dalla puntura (da 1 a 5 cm di diametro) sarà dolente, arrossata, gonfia, calda e pruriginosa. Queste manifestazioni compaiono entro pochi minuti e possono aumentare nelle 24 ore successive. Nella maggior parte dei casi sono autolimitanti e innocue. La reazione locale non complicata è quella che interessa la maggior parte delle persone e solo nel caso in cui il dolore ed il prurito locale persistono si può consultare il medico di base che valuterà la prescrizione di eventuali medicinali.

Cosa fare se vieni punti da uno di questi insetti?

- Rimuovi il pungiglione se ancora presente tramite raschiamento con un utensile dal bordo sottile.
Attenzione: Non schiacciarlo con le dita!

- Applica impacchi freddi (cubetti di ghiaccio, ghiaccio secco, oppure puoi immergere la zona colpita nell’acqua fredda) e utilizza appositi stick dopo-puntura.

È possibile sviluppare una reazione locale allargata (meno del 10% dei casi) caratterizzata da una tumefazione eritematosa dolente estesa. In questo caso si consiglia:

- Prednisone per via orale (40-60 mg) in singola dose per 2-5 giorni per ridurre l’edema
- Farmaci Antinfiammatori Non Steroidei per il dolore, antistaminici (es. cetirizina) per il prurito e corticosteroidi topici.

Quando rivolgersi al 118 o recarsi al Pronto Soccorso?

Se la puntura si è sovrainfettata: in questo caso il dolore peggiora dopo 3-5 giorni dalla puntura e si ha la febbre. È raccomandata una terapia antibiotica.

Nei soggetti suscettibili già sensibilizzati la puntura di imenotteri può indurre una reazione allergica sistemica (in circa il 7% dei casi) fino ad arrivare ad una reazione anafilattica grave (in meno del 3% dei casi).

La reazione allergica sistemica, può comparire da pochi minuti fino ad un paio di ore dopo la puntura, e provoca segni e sintomi a distanza dalla sede della puntura come:

- Reazione cutanea: prurito, eritema o orticaria generalizzata, angioedema (soprattutto di viso e labbra),
- Reazione anafilattica: tipicamente colpisce più organi e sistemi come la pelle ma soprattutto l’apparato respiratorio e cardiocircolatorio.
- Possono comparire febbricola, palpitazioni, nausea, crampi addominali, spossatezza fino ad arrivare a sintomi severi come ipotensione improvvisa e perdita di coscienza anche senza sintomi cutanei (shock anafilattico).

In questi casi è ovviamente necessario chiamare il 118 e recarsi in Pronto Soccorso. Segnalare al personale sanitario se si è già a conoscenza di allergie o se è la prima volte che succede. Una volta risolto l’episodio acuto è bene che in seguito a una reazione allergica si venga valutati da un allergologo, per mettere in atto tutte le misure di prevenzione e un’appropriata terapia in caso di bisogno.

 

Puntura di Tracina

Questo periodo di vacanze e di bagni al mare può nascondere delle insidie. È infatti possibile venire a contatto con tracine o meduse ed è importante prestare attenzione. 

La tracina ha per habitat ideale il mar Mediterraneo ma è facile trovarla anche nell’Adriatico e ne esistono ben 9 tipologie nei nostri mari. Sono pesci dal corpo allungato che vivono infossati nei fondali sabbiosi lasciando visibile solamente la testa e la prima pinna dorsale che è provvista di spine; quando la tracina percepisce un pericolo la pinna e le sue spine vengono erette in posizione verticale pronte a pungere il potenziale aggressore e ad iniettare la sostanza contenuta nelle ghiandole velenifere poste alla base delle spine stesse.

Cosa succede se veniamo punti da una tracina?

La puntura della tracina provoca un dolore estremamente intenso e generalmente sproporzionato rispetto alla piccola ferita provocata e può durare anche qualche ora. La pelle risulta gonfia e irritata

Cosa fare se vieni punto da una tracina?

  • Rimuovi eventuali frammenti di spine e lava la puntura con abbondante acqua calda.
  • Se la puntura è su una estremità , immergila in acqua calda (max 45°C): il veleno è infatti termolabile.
  • Per alleviare il dolore puoi assumere analgesici per via orale (ad esempio paracetamolo) sotto controllo del medico generale o dei medici di continuità assistenziale.  
  • Valuta con il tuo medico una profilassi antitetanica e con antibiotico

Quando rivolgersi al 118 o recarsi al Pronto Soccorso?

In caso di reazioni severe, come febbre superiore ai 38°C, cefalea, vomito e/o convulsioni

Puntura di Medusa

Questo periodo di vacanze e di bagni al mare può nascondere delle insidie. È infatti possibile venire a contatto con tracine o meduse ed è importante prestare attenzione.
Le meduse sono particolarmente frequenti nelle calde acque del Mar Mediterraneo ma non ci sono regole predefinite: le trovi ovunque. Perché le meduse sono parte del plancton e si spostano con la corrente. Le meduse appartengono al phylum degli Cnidari, animali prevalentemente marini dall’aspetto gelatinoso dovuto alla prevalenza di acqua nella loro composizione (circa il 98%). Si caratterizzano per la forma tipica a campana (ombrello). Occorre dunque prestare attenzione quando si è in acqua perchè se ci sono, di solito si vedono e l’unico modo per evitarle è non fare il bagno.

Cosa succede se veniamo punti da una medusa?

La puntura della medusa provoca eritema cutaneo con edema, dolore acuto ed urente a seguito del rilascio del liquido urticante dai tentacoli

Cosa fare se vieni punto da una medusa?

  • Rimuovi eventuali residui di medusa con carta bagnata
  • Lava delicatamente la parte colpita con acqua di mare e successivamente con miscela a base di acqua e ammoniaca o di acqua e bicarbonato (in assenza di questi prodotti si può usare una miscela di acqua e aceto bianco o l’impiego di sostanze alcoliche).
  • Successivamente lava con acqua calda (idealmente a 30-45°C) per almeno 30 minuti: il veleno è termolabile.
  • Se hai dolore puoi prendere analgesici e antistaminici per bocca consultando il medico di base o di continuità assistenziale.

Quando rivolgersi al 118 o recarsi al Pronto Soccorso?

Se compaiono sintomi sistemici quali nausea, vomito, cefalea, febbre, fatica a respirare

Puntura di Zecca

Le zecche appartengono alla classe degli aracnidi (come i ragni e gli scorpioni) e all'ordine degli acari. Hanno dimensioni di pochi millimetri, un corpo ovale e appiattito e otto zampe. Preferiscono l’estate e il caldo per tornare in attività e ci restano solitamente fino all’autunno. In inverno è meno frequente trovarle in quanto si proteggono dal freddo rifugiandosi in profondità.
Le zecche non saltano e non volano, ma generalmente si portano sull’estremità delle piante erbacee o dei cespugli aspettando il passaggio di un animale al quale aggrapparsi ma possono scegliere anche a "vittime" occasionali come l'uomo. Generalmente rimangono attaccate all’ospite per un periodo che varia tra i 2 e i 7 giorni e poi si lasciano cadere spontaneamente.

Come prevenire un morso di zecca?

  • Puoi utilizzare repellenti specifici.
  • Se hai un animale domestico, specialmente un cane, trattalo con prodotti specifici contro le zecche.
  • Durante le escursioni nei boschi indossa abiti chiari (per individuarle meglio in caso si attacchino), indossa pantaloni lunghi e preferibilmente un cappello. Alla fine controlla sempre la tua pelle: le zecche tendono a localizzarsi preferibilmente sulla testa, sul collo, dietro le ginocchia e sui fianchi.

Cosa fare se vedi una zecca sulla tua pelle?

  • Rimuovila prontamente: la possibilità di infezione è direttamente proporzionale alla durata della permanenza della zecca

Come rimuovere la zecca?

  • Afferrala con una pinzetta a punte sottili, possibilmente a punta ricurva, il più possibile vicino e parallelamente alla superficie della pelle. Tirala dolcemente, allontanandoti perpendicolarmente alla cute e cercando di imprimere un leggero movimento di rotazione. Durante la rimozione bisogna prestare la massima attenzione a non schiacciare il corpo della zecca, per evitare il rigurgito.
  • Dopo averla rimossa, disinfetta la zona. Parti del rostro (bocca della zecca) possono rimanere all’interno della cute e prolungare l’infiammazione locale, ma non trasmettono malattie. In questo caso, estrarre i corpi estranei con un ago sterile o con pinzette a punte sottili adeguatamente sterilizzate.
  • Non utilizzare derivati del petrolio (alcol, benzina) né acetone, trielina, ammoniaca, olio o grassi, né oggetti arroventati, fiammiferi o sigarette per evitare che la zecca rilasci ancora più veleno e affondi nella pelle.

Cosa fare se vieni punto da una zecca?

Non è necessaria la profilassi antibiotica, mentre puoi valutare di eseguire il richiamo vaccinale per il tetano se l’ultimo vaccino risale a più di 10 anni prima tramite il medico di medicina generale.
Nell’arco di 1-3 settimane dopo il morso di zecca potrebbe manifestarsi un eritema rotondeggiante che nei giorni si espande e si schiarisce al centro.

Quando rivolgersi al medico di medicina generale o di continuità assistenziale?

Se compaiono sintomi sistemici come febbre, cefalea, artromialgie, astenia, ingrossamento dei linfonodi o rigidità nucale.