L’ernia ombelicale si caratterizza per la fuoriuscita di una porzione dei visceri intestinali attraverso i muscoli addominali, all’altezza della zona ombelicale.
L’ernia ombelicale si manifesta sotto forma di un rigonfiamento nella zona dell’ombelico. Tale protuberanza, che può accentuarsi al momento del pianto o mentre si tossisce, è soffice al tatto e in genere non causa dolore o sintomi particolari.
Si tratta di un disturbo piuttosto comune nei neonati, in particolare nei bambini nati prematuri, che nella maggior parte dei casi tende a risolversi spontaneamente entro i primi dodici mesi di vita. Talvolta, tuttavia, l’ernia inguinale può anche permanere oltre il terzo anno o addirittura comparire in età adulta, causando fastidi e dolori addominali.
Nei bambini l’ernia ombelicale è spesso imputabile ad uno sviluppo incompleto dei muscoli addominali. In condizioni normali, infatti, dopo il taglio del cordone ombelicale questi muscoli dovrebbero chiudersi spontaneamente. Quando ciò non avviene o avviene solo parzialmente, si crea a livello dell’ombelico un’area di debolezza.
In età adulta, invece, il disturbo si manifesta a causa di un successivo indebolimento di questi muscoli. Tra i responsabili di quest’evoluzione troviamo l’obesità, gravidanze (pluri)gemellari, tosse cronica e sforzi eccessivi.
In entrambi i casi la debolezza dei muscoli addominali consente all’intestino di esercitare una pressione verso l’esterno e quindi di provocare il rigonfiamento.
Per diagnosticare l’ernia ombelicale di solito è sufficiente una semplice visita medica. Tuttavia, talvolta i medici possono richiedere anche esami più approfonditi (radiografie e ecografie) per accertare meglio il disturbo.
Come già accennato, per quanto riguarda i neonati in genere l’ernia inguinale tende a risolversi spontaneamente entro il primo anno di vita. L’approccio terapeutico è dunque conservativo, e l’opzione chirurgica è riservata a casi specifici (ernia dolorosa o che non accenna a rientrare dopo il terzo anno di età).
Per quanto riguarda gli adulti, invece, si procede direttamente con l’intervento chirurgico al fine di evitare complicazioni.
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