Leucemie nei bambini, il microbiota 'sano' migliora la risposta alla terapia

26 Ottobre 2022

Un microbiota intestinale ricco di batteri "buoni" migliora le chance di sopravvivenza dei bambini sottoposti a trapianto di cellule staminali. Il trapianto fecale potrebbe restituire un ecosistema intestinale composito a chi non ce l'ha.

Il microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei batteri che abitano il nostro intestino, gioca un ruolo cruciale nel determinare l’insorgenza di complicanze nei pazienti pediatrici che ricevono un trapianto di midollo, più tecnicamente trapianto di cellule staminali emopoietiche. Questo è quanto emerso dallo studio presentato nel corso del XLVII Congresso Nazionale dell'Associazione Italiana Ematologia e Oncologia Pediatrica (Aieop) ed è uno dei 5 lavori (i cosiddetti best five) i cui risultati sono stati descritti nel corso del simposio di apertura e verranno prossimamente pubblicati. "Nel 2015  abbiamo iniziato a caratterizzare geneticamente il microbiota dei bambini che concludono le cure con il trapianto di cellule staminali emopoietiche", spiega a Oncoline Riccardo Masetti, del team della Oncoematologia pediatrica dell'IRCCS Policlinico di Sant'Orsola, professore associato di pediatria all'Università di Bologna e primo autore della ricerca. "Abbiamo sequenziato il Dna di tutte le specie di microrganismi della loro flora intestinale a partire da campioni di feci, che abbiamo raccolto subito prima del trapianto, e poi a 20 e 30 giorni dall'infusione. Inizialmente la raccolta dei campioni ha riguardato solo i bambini del nostro reparto, soprattutto con leucemia, poi anche di altri centri, come quelli del pediatrico Gaslini di Genova e del Bambino Gesù di Roma, tra gli altri. In tutto hanno partecipato allo studio 90 piccoli pazienti".

In sintesi, la composizione e la diversità microbica intestinale “predicono” lo sviluppo di possibili complicanze e condizionano l’esito del trapianto di cellule staminali. E’ stato osservato come particolari generi batterici presenti nel microbiota intestinale abbiano la capacità di modulare il sistema immunitario; tale caratteristica si rivela di estrema importanza nel trapianto, dal momento che, con la procedura, viene ‘trasferito’ all’interno del paziente un sistema immunitario completamente nuovo. Queste scoperte, tra le prime al mondo in ambito pediatrico, hanno aperto nuove prospettive terapeutiche mirate a modulare la composizione batterica intestinale.  "Il trapianto di staminali emopoietiche è di fatto un trasferimento di sistema immunitario che consolida la remissione del tumore e riduce sensibilmente il rischio di recidive. Si fa in bambini che hanno alle spalle sei mesi o anche un anno di chemioterapia", precisa Masetti. Che aggiunge: "Abbiamo deciso di analizzare il microbiota dei piccoli pazienti pediatrici perché in letteratura ci sono evidenze del fatto che nell'adulto una maggiore diversità dell'ecosistema intestinale protegge da alcune complicanze che si verificano in corso di trapianto. Ce ne sono diverse, dalle infezioni alla tossicità da farmaci che utilizziamo per la preparazione al trapianto, ma la più grave è la Agvhd, una malattia che nelle forme severe rappresenta una seria minaccia per la vita. Il futuro è il trapianto fecale".