Si tratta del comune “mal di schiena”, sintomo caratterizzato da dolore più o meno intenso nella zona dei lombi (la zona della schiena che si trova appena sopra ai glutei).
Il mal di schiena può essere acuto, ossia insorgere occasionalmente ad esempio dopo uno sforzo intenso, o cronico, e quindi caratterizzato da dolore persistente da diverse settimane e presente soprattutto al risveglio, nelle prime ore del mattino e verso sera. I pazienti affetti da lombalgia cronica tendono a modificare le proprie abitudini di vita, evitando sforzi fisici e attività fisica. La sedentarietà, tuttavia, indebolisce i muscoli lombari producendo un circolo vizioso che alimenta il dolore.
La lombalgia è un sintomo, e pertanto può essere associata a moltissime patologie o condizioni. Può avere un’origine vertebrale (infiammazioni e artrosi delle vertebre, ernia del disco, neoplasie) o extraverebrale (patologie vascolari, intestinali, prostatiche, reno-uretrali).
Il procedimento diagnostico inizia con l’esame obiettivo del paziente: il medico deve infatti valutare la storia clinica e gli aspetti familiari e lavorativi, oltre ad analizzare attentamente i sintomi. Ulteriori esami per immagini (come la radiografia lombare, la risonanza magnetica o la Tac) possono poi essere prescritti per individuare l’esatta causa del dolore.
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