Obesità e tumore dell'endometrio: due in uno, grazie al robot

03 Giugno 2025

Gli specialisti del Sant’Orsola operano le pazienti in stato di obesità colpite da tumore dell’endometrio affrontando entrambe le patologie in un’unica seduta di chirurgica robotica. I benefici della tecnica sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista “Surgical Endoscopy”.

L’obesità è uno dei principali fattori di rischio del tumore endometriale. Secondo alcuni studi recenti, ad ogni aumento di cinque unità dell'indice di massa corporea (BMI) corrisponde un incremento del 50% del rischio di sviluppare tale neoplasia. E rispetto alla popolazione generale, le donne con obesità presentano un indice di rischio più che raddoppiato.

“Non solo: sono anche più esposte alle conseguenze – spiega la prof.ssa Myriam Perrone, chirurga dell’unità operativa di Ginecologia Oncologica – spesso si salvano dal tumore all’endometrio, ma magari presentano complicanze severe per problematiche legate all’obesità. È per questo che, quando possibile, sarebbe bene operare entrambe le patologie in maniera combinata”.

Grazie alla collaborazione delle unità operative di Ginecologia Oncologica (diretta dal prof. Pierandrea De Iaco), di Endocrinologia e prevenzione e cura del diabete (diretta dal prof. Uberto Pagotto) e del Centro di Chirurgia Metabolica e dell’Obesità (diretto dal prof. Paolo Bernante), infatti, il Policlinico di Sant’Orsola IRCCS è uno dei pochi centri al mondo ad offrire alle pazienti la possibilità di unire l’intervento di rimozione del tumore endometriale ad un’operazione di chirurgia bariatrica. Una volta completata l’asportazione della neoplasia, infatti, nel corso della stessa seduta operatoria si procede con una sleeve gastrectomy, procedura di chirurgia bariatrica che consente di ridurre la capacità dello stomaco (e che rappresenta una delle terapie più efficaci e utilizzate per combattere l’obesità).

“Tutto questo non sarebbe possibile senza l’impiego del robot – continua Perrone – operare le pazienti con grave obesità (BMI maggiore di 35 kg/m2) in laparoscopia è molto difficoltoso e faticoso, perché la maggior parte del grasso si trova proprio nell’area dell’intervento. L’utilizzo del robot consente di avere una migliore visuale chirurgica e maneggevolezza durante l’operazione e di ridurre il rischio di complicanze e perché no anche la fatica del chirurgo”.

In particolare, i risultati di uno studio pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “Surgical Endoscopy” fotografano un miglioramento degli esiti bariatrici e della qualità della vita senza un aumento dei rischi intraoperatori o postoperatori (rispetto alla sola chirurgia ginecologica). Le pazienti operate in maniera combinata hanno fatto registrare significativi cali di peso nei mesi successivi all’intervento - fino a 90 chili persi nell’arco di due anni. Soprattutto, il loro BMI nei primi sei mesi è calato in media di quasi 12 kg/m2, contro un calo di appena 1.72 kg/m2 delle pazienti con obesità che hanno optato per il solo intervento di rimozione del tumore endometriale (senza chirurgia bariatrica).

“La casistica è ancora contenuta, ma già significativa – conclude Perrone – purtroppo non è sempre facile convincere le pazienti con obesità severa a sottoporsi all’intervento combinato ginecologico e sleeve gastrectomy”.

L'intervenento viene eseguito con il "Da Vinci", uno dei tre robot presenti nei padiglioni del Policlinico di Sant'Orsola. 

In foto, da sx: I prof. De Iaco, Perrone, Bernante e Silvia Garelli, dottoressa dell' Endocrinologia e prevenzione e cura del diabete.