Si tratta di una procedura a cui si ricorre per drenare il liquido in eccesso presente nella cavità addominale. È un trattamento semplice e piuttosto veloce, dato che raramente richiede più di un quarto d’ora. Dopo aver adeguatamente preparato ed anestetizzato il paziente, infatti, lo staff medico provvede ad inserire nell’addome un apposito ago, lungo circa 5 centimetri. Il liquido addominale in eccesso viene quindi estratto attraverso una siringa e, in alcuni casi, inviato in laboratorio per le analisi.
La paracentesi può essere al tempo stesso un trattamento e, quando l’esatta natura del liquido addominale è sconosciuta, una procedura diagnostica. In entrambi i casi, comunque, uno degli obiettivi principali rimane l’estrazione di una certa quantità di liquido, in modo da ridurre la pressione e il dolore.
Le cause che determinano l’accumulo sono tante e anche molto diverse tra loro: tra le più comuni troviamo la cirrosi epatica, malattie cardiache e renali, alcune lesioni e tumori.
Il paziente si deve presentare all’appuntamento a digiuno totale (sia cibi che bevande) da almeno 12 ore e, se possibile, accompagnato da una persona adulta. In alcuni casi può essere inoltre richiesta la sospensione di eventuali terapie anticoagulanti o antiaggreganti.
Una volta terminata la procedura il paziente deve rimanere in osservazione per qualche ora (solitamente 2 o 3). Se non insorgono complicazioni può essere poi dimesso.
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